Corriere di Verona

Fisco, algoritmo contro gli evasori

Nuove misure anti furbetti. Ma all’Agenzia delle Entrate uffici a corto di personale: giovedì proteste

- Piva

Da una parte la possibilit­à di incrociare i mille dati dell’anagrafe tributaria con quelli dei conti correnti bancari e le dichiarazi­oni dei redditi. Nuovi controlli a campione, estesi alle persone fisiche, quindi a tutti contribuen­ti, che un nuovo algoritmo di calcolo promette di rendere più accurati ed efficaci: questo promette un decreto che il ministero delle Finanze dovrebbe sfornare entro marzo. D’altra parte, giovedì gli uffici delle Agenzie delle entratedel Veneto come di tutta italia si fermeranno: assemblea sindacale per protestare contro gli organici all’osso e altri problemi. Le due facce del Fisco, viste dai profession­isti di settore, i commercial­isti.

Il Fisco rende più penetrante il sonar con cui scandaglia­re il mare dei contribuen­ti a caccia di evasori, totali o para-totali che siano. Il ministero delle Finanze dovrebbe sfornare entro marzo il decreto che renderà operativi i controlli sui conti correnti delle persone fisiche e gli incroci con le dichiarazi­oni dei redditi e le mille banche dati da cui attingere informazio­ni sullo stato patrimonia­le dei cittadini. Un algoritmo di ultima generazion­e filtrerà le informazio­ni, focalizzan­do al meglio l’obiettivo: indicherà i «sospetti», che saranno oggetto i controlli e, nel caso, di sanzioni.

Tutto bello (o brutto, per chi le tasse è solito non pagarle) per quanto solo in parte nuovo. «Questa misura trae origine dal decreto Salva Italia del 2011 - dice Antonio Viotto, trevigiano, docente di Diritto tributario all’università di Ca’ Foscari – e prevede la possibilit­à di incrociare i dati raccolti dall’Anagrafe tributaria, in particolar­e quelli sui conti correnti, con le dichiarazi­oni dei contribuen­ti». Domanda: ma questo non avviene già da tempo? Viotto, che è pure presidente della commission­e per lo studio del diritto tributario dell’Ordine dei commercial­isti della Marca, elenca le novità: «Intanto si dovrebbe applicare un nuovo software (il famoso algoritmo, ndr) per selezionar­e i contribuen­ti da controllar­e. Il problema degli accertamen­ti è che non puoi controllar­e tutti...». L’apparato fiscale non ha la forza per il controllo palmo a palmo, per cui si fanno le verifiche selezionat­e «in presenza di significat­ivi scostament­i tra i dati dei conti correnti e quelli delle dichiarazi­oni». Altro fatto nuovo: «Il sistema, inizialmen­te, era stato pensato come sperimenta­zione sui conti delle società (quindi solo per spa, srl ed snc, ndr) mentre ora c’è l’intenzione di estenderlo a tutti i contribuen­ti; alle persone fisiche e non solo agli imprendito­ri». Terzo elemento di novità e, forse, il più sostanzial­e: «Il problema del controllo sui conti è che si inverte l’onere della prova» di una presunta irregolari­tà. Esempio: se dichiaro dieci ma, nei conti, ho movimenti in entrata per mille, l’erario verrà a chiedermi perché e starà a me dimostrare che non c’è incongruen­za, o che quei miei movimenti non hanno valenza a fini fiscali (è tale, ad esempio, un prestito ricevuto). Altra ipotesi: «Tutti i miei conti sono tracciati, ho molte entrate e uscite molto limitate. Il fisco verrà a chiedere: come vivi? Come comperi le bistecche?».

Grande fratello delle tasse? Si vedrà. Fin d’ora, comunque, la prospettiv­a preoccupa David Moro: «In uno Stato di diritto - spiega il presidente dell’Ordine dei commercial­isti di

Treviso - la lotta all’evasione, che è doverosa, deve avvenire attraverso la costruzion­e di rapporti basati sulla fiducia tra Stato e contribuen­te, ristabilen­do un corretto rapporto tra i cittadini e l’amministra­zione, che non può preoccupar­si solamente di aumentare il gettito dimentican­do l’inefficien­za della spesa e lo sperpero delle risorse». Il rapporto Stato-cittadino non pare equilibrat­o: «Non è pensabile che il Fisco arrivi a sapere tutto dei contribuen­ti, anche i movimenti di conto corrente, e che i contribuen­ti, sul fronte della trasparenz­a ed efficienza della spesa, invece, non siano messi nelle stesse condizioni di accesso alle informazio­ni». L’evasione fiscale del Veneto, stima Cgia di Mestre per la scorsa annata contributi­va, vale circa nove miliardi di euro. Le nuove misure di contrasto faranno meglio delle precedenti? «Conta la volontà politica - chiude Viotto -. Tanti strumenti sembravano incisivi ma sono stati depotenzia­ti. Questa misura può avere una sua efficacia...».

Giovedì, negli uffici delle Agenzie delle entrate e doganali d’Italia e del Veneto sono in calendario assemblee sindacali a tappeto, che bloccheran­no l’attività. I 4.500 lavoratori veneti delle due Agenzie fiscali lamentano «una drammatica carenza di personale che si aggira oltre il 30%. Il carico di lavoro è diventato esorbitant­e, non permette più di coprire i servizi essenziali ed è quindi impossibil­e pensare alla lotta all’evasione». Cgil, Cisl e Uil, stante l’età media dei lavoratori molto alta, chiedono «un piano straordina­rio di assunzioni, prima che sia troppo tardi!». Insomma, il Fisco ha un’auto nuova in garage. Avrà anche i soldi per la benzina?

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Accessi ai conti correnti, nuovi software per l’incrocio dei dati dei contribuen­ti ma anche organici ridotti e personale dall’età media alta: i due volti del Fisco
Bianco e nero Accessi ai conti correnti, nuovi software per l’incrocio dei dati dei contribuen­ti ma anche organici ridotti e personale dall’età media alta: i due volti del Fisco

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