IL DOPPIO RUOLO DEI GIUDICI
Il dibattito degli ultimi giorni si è sviluppato soprattutto intorno a un nesso logico indiscutibile: da un lato, il numero inadeguato dei magistrati in ruolo nel Veneto e, dall’altro, il rischio che i reati cadano in prescrizione. Come a dire: meno giudici, più reati impuniti. A breve arriveranno in Veneto 23 nuove toghe: si potrà rilevare che non bastano, ma è comunque una buona notizia. Naturalmente, se i colpevoli non sono condannati, ciò rappresenta un danno grave per il territorio. Ragionamento ineccepibile. Attenzione, però, perché qui stiamo parlando di reati: dunque, dal punto di vista del giurista, della patologia più acuta di una società. Ma la banale quotidianità del funzionamento – o del malfunzionamento – del sistema delle regole è fatta dal componimento di interessi privati. La nostra vita è immersa nel diritto perché tutti i giorni concludiamo contratti, di pochi spiccioli o di milioni di euro, viviamo dentro famiglie, armoniose o conflittuali, le nostre imprese comprano e vendono merci, talvolta subiamo danni per i quali invochiamo giustizia, le nostre società, di poche persone o di molti capitali, sono pilotate da amministratori e da assemblee. Insomma, la routine del sistema delle regole è fatta dal diritto che disciplina i rapporti tra privati. Ciò dico per sottolineare che i magistrati servono non soltanto per accertare i reati, ma anche per mandare avanti giorno dopo giorno la giustizia civile.
La carenza di organico dei nostri tribunali è quindi alla base di un generale rallentamento di quella grande - e irrinunciabile macchina che sorveglia le regole della normale convivenza, e tutto ciò senza che siano varcate le soglie del diritto penale. Un efficiente funzionamento della macchina della giustizia civile è allora imprescindibile per uno sviluppo sano del tessuto sociale. L’adeguamento del numero dei magistrati è indispensabile se si intende mettere in campo un’ampia riprogettazione giuridico economica del nostro territorio. Questa parte del Paese lo merita, anzitutto perché lo merita la sua società civile. È da chiedersi poi: al di là di quel che dipende da decisioni del ministro della Giustizia o d’altri, c’è qualcosa che, in questa direzione e da subito, il territorio può fare a beneficio di se stesso? Provo a esprimere qualche idea. Un efficiente funzionamento del sistema delle regole, nelle relazioni tra privati, richiede anzitutto una piena valorizzazione della consulenza legal etax, proprio per prevenire il ricorso ai Tribunali: ovvio che il riferimento sia al mondo delle realtà produttive, perché gli investimenti che le imprese nordestine orientano alle spese di consulenza sono inferiori a quelli che le imprese dedicano in aree più competitive del Paese. Spesso qui si ritiene ancora che i soldi spesi per i consulenti siano un di più rinunciabile. Ancora, per esemplificare, un efficiente funzionamento del sistema delle regole, al di fuori dalle aule di giustizia, è quello che possono garantire i vari sistemi di Alternative Dispute Resolution, che hanno ormai trovato solida strutturazione: dalla mediazione all’arbitrato (anche se la cultura dell’arbitrato meriterebbe da queste parti un’attenzione ben maggiore). Insomma, occorrono più giudici: servono per il civile non meno che per il penale. Ma poi, per il funzionamento delle regole, accanto a quel che si chiede, c’è quel che si può fare. E già non sarebbe poco.