«Prima seviziata e poi lo stupro» Maxi richiesta danni
Coppia diabolica, le babysitter chiedono danni per 300mila euro
Il «rapimento in strada a Veronetta», gli «schiaffi violenti» facendole «sanguinare naso e bocca». Infine, «in un campo a Borgo Venezia, quelle vere e proprie sevizie e torture». È l’incubo raccontato da una veronese di 24 anni che, con altre due babysitter, ha trovato il coraggio di «denunciare nonostante le minacce di morte» gli «abusi subìti per mano di Mirko Altimari e Giulia Buccaro».
Il «rapimento in strada a Veronetta», gli «schiaffi violenti» facendole «sanguinare naso e bocca». Infine, «in un campo a Borgo Venezia, quelle vere e proprie sevizie e torture». È l’incubo raccontato da una veronese di 24 anni che, con altre due babysitter, ha trovato il coraggio di «denunciare nonostante le minacce di morte» gli «abusi subìti per mano di Mirko Altimari e Giulia Buccaro».
Marito e moglie, 31 anni lui e 28 lei, sono in carcere dal gennaio 2019 perché colpevoli, secondo il pm Valeria Ardito, di una «trappola di sesso e perversione» ai danni di giovani babysitter (tre i casi contestati a lui, due alla consorte) che cercavano lavoro e invece sarebbero state «sequestrate e violentate» in concorso dalla «diabolica coppia» di veronesi. Per entrambi si terrà oggi davanti al giudice Raffaele Ferraro il rito abbreviato e, in vista del probabile verdetto, è stata presentata dalle vittime (che sono assistite dagli avvocati Alessandro Avanzi e Federico Lugoboni con una collega di Treviso) una richiesta di risarcimento danni pari a 100 mila euro a testa. Un eventuale esborso economico a cui però difficilmente la coppia (che è difesa dai legali Fabiana Treglia e Marco Cinetto) potrà far fronte. Tutto questo mentre spuntano nuovi agghiaccianti dettagli sulle «ore di violenza e terrore» vissute da una delle vittime la sera del 12 gennaio 2019 quando «Altimari - stando alla denuncia della 24enne - la sequestrava mentre camminava in via XX Settembre e la scaraventava sul sedile dietro...» dell’auto, mentre «dal baule spuntava la Buccaro che la bloccava iniziando a colpirla con schiaffi violenti sul capo e al volto, facendole sanguinare naso e bocca». Arrivato «in un campo a Borgo Venezia, Altimari la tirava giù e con la Buccaro iniziava a picchiarla, poi le ordinava di spogliarsi completamente, incurante del freddo pungente». A quel punto la giovane veronese «nuda, veniva costretta a restare fuori dall’auto, veniva picchiata selvaggiamente e insultata da entrambi». Quindi «la Buccaro costringeva» la 24enne «a inginocchiarsi e la frustava sulla schiena con il ramo di un albero raccolto da Altimari, per il dolore» la vittima «si rialzava e a quel punto la Buccaro - sempre in base alla denuncia della parte lesa - la frustava anche alle gambe». Dopodiché i due «decidevano di fare una “pausa sigaretta”, nel frattempo» la ragazza «rimaneva inerme, sempre nuda, insanguinata, infreddolita, terrorizzata, in mezzo al campo, dove Altimari la obbligava a bere mezza bottiglia di vodka». A quel punto «la coppia innalzava ulteriormente il livello di sadismo spegnendole più volte addosso alcune sigarette e provocandole bruciature che impiegherà mesi per far cicatrizzare». E mentre «lei piangeva disperata, loro non mostravano alcuna pietà e le sputavano addosso dandole della p.. e della t..». Poi, «veniva sottoposta a turno a violenza sessuale, obbligata a praticare un rapporto orale a entrambi, prima a lui e poi a lei». In quei momenti la vittima «si accorgeva che a turno le stavano girando un video al cellulare. Poi Altimari le puntava addosso un coltello e la minacciava di uccidere tutta la sua famiglia se avesse denunciato». Doveva «dire che a picchiarla era stato il moroso tunisino». Infine, «l’hanno riaccompagnata fino al distributore di via Fincato». Ma lei, «con coraggio, nonostante le loro minacce», ha detto tutto alla polizia.Anche i dettagli «più intimi e dolorosi».