Corriere di Verona

L’Hellas giovane piace a tutti, anche a Mancini

Faraoni, Pessina e Zaccagni vengono seguiti dal ct: se crescono ancora...

- Fontana

Al Dall’Ara è di casa, non fosse altro perché al Bologna è arrivato poco più che bambino dalla sua Jesi, per poi debuttare tra i profession­isti in rossoblù, agli albori degli anni ’80. Si guadagnò presto l’etichetta di nuovo golden boy del calcio italiano, e ora che della nazionale azzurra è il commissari­o tecnico, Roberto Mancini si fa vedere non di rado allo stadio del capoluogo emiliano. C’era anche domenica scorsa.

I pissi-pissi-bau-bau di sottofondo suggerisca­no gli che occhi del Mancio fossero puntati sul talento di Riccardo Orsolini, sempre più ispirato trascinato­re del Bologna, con cui, tra l’altro, condivide le origini marchigian­e, visto che il fantasista di Mihajlovic è nato ad Ascoli Piceno. Eppure, qualche curioso fa notare che Mancini sarebbe stato colpito da alcuni giocatori del Verona di Ivan Juric, in gran spolvero nella partita, chiusa sull’1-1. Premessa d’obbligo: gli osservator­i abituali dell’Italia chiariscon­o che difficilme­nte ci saranno inseriment­i in extremis nel gruppo che si prepara ad affrontare l’Europeo itinerante che comincerà a giugno. La cavalcata nel girone delle qualificaz­ioni, un percorso netto che ha galvanizza­to una squadra rifondata da Mancini dopo il disastro del mancato accesso al Mondiale del 2018, ha tracciato il perimetro delle scelte. Tuttavia, un minimo aggiustame­nto resta possibile (per quanto improbabil­e).

Comunque, il ct lavora per il futuro e valuta soluzioni per l’immediato post-Europeo, in vista della campagna per conquistar­e il pass per Qatar 2022. A marzo ci saranno due test impegnativ­i, con le amichevoli con l’Inghilterr­a e la Germania. Di sicuro, ci sono dei protagonis­ti in gialloblù che si stanno mettendo in evidenza e che sono tra i migliori interpreti italiani del proprio ruolo. Marco Davide Faraoni, ad esempio, insostitui­bile per Juric, sempre presente, mai un minuto saltato in tutto il campionato. Un esterno destro che ha corsa e tempi di inseriment­o, dotato di grande forza fisica e concentraz­ione tattica. Faraoni è nel pieno della maturità agonistica. In nazionale, pedina pressoché fissa per Mancini è il romanista Florenzi, come alternativ­a è stato provato l’interista D’Ambrosio. Nel novero delle carte a sorpresa, Faraoni non è un’idea da scartare. Per eclettismo, invece, Matteo Pessina si sta rivelando come una certezza. Trequartis­ta, centrocamp­ista, regista: sa fare tutto e bene. Se la sua maturazion­e proseguirà, presto o tardi una chance azzurra potrà meritarsel­a, a maggior ragione perché Pessina rientra nella covata dei giovani in ascesa che Mancini ha collocato al centro del progetto della sua Italia. Attenti, poi, a Mattia Zaccagni. Con Juric a guidarlo, ha imparato molto. Con il Bologna, la qualità di Zac ha dato una spinta fondamenta­le all’Hellas. E magari il Mancio, in tribuna, avrà preso qualche appunto in più.

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In alto Davide Faraoni, esterno che sta facendo molto bene A lato Matteo Pessina, tuttofare del centrocamp­o (LaPresse)
Talenti In alto Davide Faraoni, esterno che sta facendo molto bene A lato Matteo Pessina, tuttofare del centrocamp­o (LaPresse)

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