«Parolacce e urla in aula» Maestre nei guai
Talvolta i bambini sarebbero stati «lasciati soli» oppure, in altri casi, rimproverati a suon di «grida e parolacce» o ancora, in base al capo d’imputazine delineato a cura del pm Eugenia Bertini, «trascinati da una zona all’altra della stanza» e «afferrati energicamente». La Procura ha chiesto la condanna di tre maestre.
Talvolta sarebbero stati «lasciati soli» oppure, in altri casi, rimproverati a suon di «grida e parolacce» o ancora, in base al capo d’imputazione delineato a cura del pm Eugenia Bertini, «trascinati da una zona all’altra della stanza» e «afferrati energicamente».
Una serie di presunti comportamenti illeciti che sarebbero stati commessi ai danni di bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Condotte «sospette» che, stando alla ricostruzione accusatoria, comporterebbero a carico delle insegnanti coinvolte nella delicata vicenda la sussistenza del reato di abuso di mezzi di correzione. Per questo, ieri in aula, davanti al giudice Raffaele Ferraro è stata chiesta dalla Procura la condanna delle tre maestre finite al banco degli imputati. In corso,nei loro confronti, risulta il giudizio con il rito abbreviato, procedura che garantisce in caso di condanna lo sconto di un terzo sull’ammontare della pena finale: tenendo conto di tale riduzione di pena, per una delle imputate ieri sono stati chiesti 8 mesi; 2, invece, i mesi chiesti per ciascuna delle restanti due maestre sotto accusa. E questo perché, stando al quadro del pm, le tre
imputate non avrebbero svolto «correttamente» il proprio ruolo di maestre. Teatro dei fatti contestati, la scuola statale dell’infanzia che si trova in un comune della cintura urbana. A far scattare le indagini di carabinieri e magistratura, che per raccogliere prove e riscontri si sono avvalsi anche di telecamere interne appositamente installate nelle aule, sarebbe
stata una segnalazione riguardante i «frequenti allontanamenti» dalla stanza dei bambini da parte di una delle tre imputate. Da lì poi, nel corso delle indagini, i sospetti si sarebbero estesi alle sue due colleghe e ad altre azioni ritenute «poco opportune». Di tutt’altro avviso invece il collegio difensivo (si tratta dei legali Stefano Casali con Maria Rachele Borrelli, Andrea Morabito e Filippo Vicentini), da cui durante le arringhe sono state contestate tutte le contestazioni accusatorie. Non resta che attendere il verdetto del giudice, previsto fra tre settimane.
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