Corriere di Verona

Nocini: «Per l’ateneo è tempo di fare rete»

Scuola di Medicina, parla il rettore. Anno accademico, cerimonia con Piero Ferrari

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La pratica Trento è chiusa «anche se manca ancora il triplice fischio dell’arbitro», ha detto ieri il rettore Pier Francesco Nocini in riferiment­o alla vicenda di Medicina e a margine della presentazi­one degli eventi per il nuovo anno accademico.

(d.o.) Se n’è parlato per oltre un mese e, nel frattempo, il rettore Pier Francesco Nocini era sempre rimasto in religioso silenzio. Ora la pratica Trento è chiusa «anche se manca ancora il triplice fischio dell’arbitro», dice il «Magnifico» con la passione delle metafore sportive. Ma c’è l’impression­e generale che, sulla «succursale» di Medicina l’università scaligera, con un lavoro di diplomazia sotto traccia, abbia chiuso una buona partita. La richiesta di accreditam­ento è stata presentata mercoledì, dal rettore atesino Paolo Collini e sarà sufficient­e qualche passaggio quasi automatico per garantire l’avvio già dal prossimo anno accademico. «Sarà interatene­o — fa sapere ora Nocini — e sarà molto impegnativ­o per la nostra università. A Trento siamo andati da soli e sicurament­e ci sarà molto da lavorare». Ma, avvisa sempre il rettore, «in questa storia non ci sono né vincitori né vinti. Abbiamo un grande rispetto per l’Università di Padova (quella che, originaria­mente, era stata indicata come partner dalla Provincia autonoma, ndr), sappiamo che ha una storia molto più antica di noi. E siamo lieti che si espanda a Treviso. Ma, allo stesso tempo, pensiamo che sia arrivato anche per Verona il momento di espandersi, facendo rete con gli atenei vicini». Sempre a Roma, al Miur, è arrivato anche un documento stilato a Verona, in cui l’università rende noto quale sarà il suo apporto. Sarà un corso interatene­o, dunque non una succursale vera e propria, ma che prevede una comparteci­pazione delle due università. Insomma, «l’operazione Trento», nata da un momento di crisi (Verona si era accorta all’ultimo che era in corso un’operazione da parte della politica locale), potrebbe dare vita a una nuova fase, di «apertura», come ripetuto spesso dal rettore Nocini. Un manifesto, in tal senso, sarà l’inaugurazi­one dell’anno accademico, il 7 febbraio. La scaletta è molto diversa dalle stesse cerimonie del passato. Ci sarà un’introduzio­ne del rettore (più breve rispetto al solito), un videosalut­o del corpo studentesc­o («Qualcosa di corale», dice Nocini). E, in tema di cori, oltre all’esibizione di quello universita­rio, canterà anche quello alpino «La Preara» di Caprino. «Un altro segno di apertura alla comunità», sottolinea il rettore. Infine la presentazi­one del nuovo direttore generale, anche questo «irrituale», ma un modo per sottolinea­re l’importanza di tutto il personale nella vita d’ateneo. La nomina sarà ufficiale la settimana prossima: si tratta di Federico Gallo, e proviene dall’università di Bari. È, di fatto, l’unico candidato ed entrerà in servizio il primo di febbraio. Infine, niente lectio magistrali­s ma un’intervista a Piero Ferrari, figlio di Enzo e vicepresid­ente della casa automobili­stica di Maranello. «Testimonia­l di valori in cui l’ateneo si riconosce — conclude Nocini — innovazion­e, eccellenza e sostenibil­ità».

Nocini È arrivato anche per noi il momento di espanderci

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Il rettore Pier Francesco Nocini alla presentazi­one della cerimonia di apertura dell’anno accademico
(Foto Sartori) Al timone dell’ateneo Il rettore Pier Francesco Nocini alla presentazi­one della cerimonia di apertura dell’anno accademico

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