A Montorio il ricordo dei deportati
E contro via Almirante già raccolte mille firme
In città nel 1944 esisteva un campo di concentramento per ebrei e oppositori politici del nazi-fascismo: era in uno stabile demaniale in località Colombare, tra Montorio e San Michele Extra.
A volta gli orrori della VERONA storia lì puoi avere vicino a casa. E per anni non accorgertene. A Verona nel 1944 ci fu un campo di concentramento per ebrei e oppositori politici del nazi-fascismo: è stato identificato solo due anni fa in uno stabile demaniale in località Colombare, tra Montorio e San Michele Extra, grazie a oltre 70 testimonianze raccolte dall’associazione montorioveronese.it. Ieri mattina, lì a due passi, in via Antonio da Legnago, a metà della ciclabile che collega borgo Venezia a Montorio, proprio in corrispondenza della strada che i detenuti percorrevano per raggiungere la palazzina del campo, è stata inaugurata una targa commemorativa. «Perché soprattutto i giovani non devono dimenticare» ha detto Roberto Israel, presidente della sezione veronese di Figli della Shoah, l’associazione di cui è presidente nazionale la senatrice a vita Liliana Segre. Nel campo di concentramento di Montorio, è scritto nella targa, nel 1944 ebrei e prigionieri politici vennero imprigionati e sessanta di loro furono prelevati dalle SS e deportati ad Auschwitz. Solo nove tornarono vivi. In rappresentanza dell’amministrazione è intervenuto il consigliere comunale Roberto Simeoni. Presente anche il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo - sua l’interrogazione parlamentare, firmata anche dalla Segre, che ha bloccato la vendita a privati dell’edificio: «Ma è merito dell’intervento della Segre, è stato decisivo» ha spiegato l’interessato. E riguardo alla senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz, è chiaro che non poteva passare in sordina il caso scoppiato in questi giorni sulla via da intitolare allo storico segretario del Msi Giorgio Almirante, proprio nella Verona che ha deciso di dare la cittadinanza onoraria alla Segre. «Scelte incompatibili» le ha definite la stessa Segre. Ieri Israel ha rincarato la dose: «Del signor Almirante non si ricordano gesti elevati o esemplari di redenzione, o gesti utili e lodevoli per la società italiana e veronese tali da meritarsi una strada. Mentre ci ricordiamo bene cosa ha fatto prima del 1946». Il riferimento è al sostegno al Manifesto della Razza durante il regime fascista. «Io non so se si sia mai pentito – continua Israel – ricordo però che quando veniva a Verona era circondato da sostenitori con la camicia nera e che facevano il saluto romano». Sulla vicenda è intervenuta anche l’europarlamentare Alessandra Mussolini, che invita il sindaco Sboarina ad andare avanti su via Almirante e in un’intervista radiofonica critica la Segre. Intanto l’associazione «La Città che Sale» ha annunciato di aver raccolto mille firme di adesione alla lettera consegnata lunedì al prefetto contro via Almirante. Contro l’intitolazione si schiera anche la sezione scaligera dell’associazione nazionale Giuristi democratici
Israel «Perché soprattutto i giovani non devono dimenticare»