«Almirante e Segre? Polemiche sterili»
Il vescovo Zenti: «Famiglie, disabili, la politica affronti i problemi veri»
«Il caso Segre e Almirante? Polemiche sterili, la politica affronti i problemi veri». Ossia, il sostegno alla povertà, alla famiglia e ai giovani, «fermando la fuga dei cervelli un impoverimento della nostra società senza precedenti». Del caso che in questi giorni ha dominato la cronaca locale il vescovo Giuseppe Zenti ha parlato ieri nel giorno di San Francesco di Sales, il patrono dei giornalisti, nel tradizionale incontro con la stampa.
(d.o.) «Il caso Segre e Almirante? Polemiche sterili, la politica affronti i problemi veri». Ossia, sostegno alla povertà, alla famiglia e ai giovani, «fermando la fuga dei cervelli, un impoverimento della nostra società senza precedenti». Del caso che ha dominato la cronaca locale (e non solo) negli ultimi giorni, ovvero il rifiuto della cittadinanza onoraria di Verona da parte della senatrice a vita ed ex deportata Liliana Segre per la decisione del Comune di dedicare una via all’ex segretario del Msi Giorgio Almirante, il vescovo Giuseppe Zenti ha parlato ieri nel giorno di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, nel tradizionale incontro con la stampa. «Non sono al corrente del coinvolgimento della senatrice — ha aggiunto — che è una persona da rispettare per quello che rappresenta e per la memoria di quanto accaduto. Ma lo scontro mi sembra su questioni marginali, alimentato da una certa morbosità, una curiosità che sta nel cercare di capire chi sta da una parte e chi dall’altra».
Altre le questioni, insomma, che dovranno essere al centro dell’agenda politica: chiuse le elezioni in Emilia Romagna, il prossimo appuntamento sarà proprio quelle delle regionali in Veneto. «Cosanto, sa chiedo ai politici? Di fare attenzione ai problemi concreti. Penso ai fondi per i disabili gravi e per le loro famiglie. Sembra ci siano soldi per tutto tranne che per queste problematiche. E poi di dare un sostegno morale ed economico alle famiglie. Alle donne va garantita la possibilità di potersi permettere un secondo figlio senza perdere il lavoro. Purtroppo, molte di loro stanno rinunciando anche al primo. E stiamo entrando in una crisi demografica di cui pagheremo le conseguenze». Il vescovo è tornato poi sulla questione dell’autonomia: «Garantire l’autonomia al Veneto è un dovere sacroqualcosa che andava fatto già 150 anni fa, al momento dell’Unità d’Italia. Ovviamente dev’essere un’autonomia integrata, che guardi al territorio, senza spinte separatiste». Quindi un appello per le scuole cattoliche e paritarie: «Fanno tantissimo per il welfare, senza il loro apporto si rischierebbe il default, eppure sono state lasciate sole». Ma il Veneto si può considerare ancora cattolico? «La nostra Fede — conclude monsignor Zenti — sta cercando di superare molto gelate e molte brinate. Ma credo che i veneti, nel profondo dell’animo, non smetteranno mai di esserlo».