Museo del vino, Sboarina pensa all’Arsenale «Va realizzato»
(m.s.) L’idea si conosceva dall’aprile scorso: un museo del vino a Verona. Il gruppo consiliare della Lega in Regione l’aveva resa nota a pochi giorni dalla fine del Vinitaly. Adesso, si sa che il progetto di legge regionale dedicato alla cultura enologica veneta, in cui rientra quell’idea, sarà approvato «entro febbraio», come dice il consigliere veronese Enrico Corsi, e che quanto a potenziali sedi del museo i vari soggetti in gioco ipotizzano il futuro Arsenale riqualificato, la Fiera (all’Agricenter), Palazzo Cangrande. È quanto emerso nella sede della Provincia, durante il primo tavolo dedicato al progetto. Così il sindaco, Federico Sboarina: «Il museo va fatto perché se ne sente la mancanza. Potrebbe intrecciarsi con la riqualificazione di alcuni spazi (vedi l’Arsenale, ndr) o con realtà come Vinitaly (vedi l’Agricenter, ndr). È un’iniziativa che dovrà coinvolgere le forze della città: amministrazione, categorie, privati». In ballo entreranno finanziamenti europei, oltre che comunali e regionali, e lo stesso dg della Fondazione Cariverona, Giacomo Marino, dice che «siamo pronti a dare una mano». Per il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Andrea Sartori, è importante però che il museo «esca dai confini locali per diventare una cittadella della cultura italiana del vino». Al tavolo erano presenti anche Franco Cristoforetti (Consorzio tutela vino Bardolino), Coldiretti e Confagricoltura, il docente in ateneo di Economia dell’impresa vitivinicola Davide Gaeta, l’assessore comunale al Commercio, Nicolò Zavarise, l’eurodeputato Paolo Borchia, il presidente della Provincia, Mauro Scalzotto, e l’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan. Il museo sarebbe diviso in varie sezioni: storia del vino, metodi di produzione, conservazione e degustazione, tour virtuale delle cantine, prodotti del territorio, negozio e zona ristoro.
Il direttore generale Marino: «Siamo pronti a dare una mano»