Maria, «pugni e calci anche dopo la caduta»
(la.ted.) I pugni, la caduta, la testa che batte contro il termosifone e poi, quando Maria Stefania Kaszuba giaceva sul pavimento ormai priva di forze, calci e altri pugni. Sono nuovi raccapriccianti particolari quelli che filtrano dall’autopsia iniziata all’Istituto di Medicina legale del Policlinico sul femminicidio commesso nella notte tra domenica e lunedì in un monolocale al civico 21A al Palladio. Dopo la confessione l’assassino tunisino si è chiuso nel silenzio nel carcere di Genova, mentre prosegue a Verona l’inchiesta coordinata dal pm Elvira Vitulli sulla morte della 51enne polacca. La coppia, pare dopo aver bevuto parecchio vino, avrebbe iniziato a litigare sul letto dove il 41enne avrebbe iniziato a percuoterla facendola cadere. A quel punto la vittima avrebbe battuto la testa contro il termosifone a fianco del letto, quindi l’omicida avrebbe continuato a colpirla senza pietà a calci e pugni per poi addormentarsi e lasciarla morire così.