Centrosinistra al bivio: «Uniti per cambiare il Veneto»
Ci siamo. Si capirà entro la fine della prossima settimana se il centrosinistra si presenterà unito alle elezioni regionali di primavera, comprese le forze al momento più scettiche, ovvero i «renziani» di Italia Viva e i «calendiani» di Azione. E sempre entro il 2 febbraio, si saprà anche se il candidato presidente di tale vasta alleanza antiZaia, che alla fine potrebbe includere pure il M5S, sarà effettivamente il vicesindaco di Padova, Arturo Lorenzoni. Oppure se invece il Pd deciderà di mettere in campo un proprio uomo, preferendo così intraprendere la strada delle primarie. Ieri intanto, nella sala comunale di via Valeri all’ombra di Sant’Antonio, alla presenza dello stesso Lorenzoni, il movimento dal basso de «Il Veneto che vogliamo», orchestrato dalla padovana Coalizione Civica, si è riunito in assemblea per nominare il proprio coordinamento provinciale, in cui sono entrati a far parte due componenti per ognuna delle sette province della regione: Alessia Cerentin e Nico Paulon per Belluno, Sara Mazzucato e Claudio Curina per Rovigo, Giovanni Litt e Margherita Lachin per Venezia, Gigi Calesso e Deborah Marcon per Treviso, Delizia Catrini e Giorgio De Zen per Vicenza, Francesca Bragaja e Michele Fiorillo per Verona e Marco Carrai ed Elena Ostanel per Padova. E proprio quest’ultima, 36 anni, già consigliere di Sel in città, è stata eletta portavoce: «Non è più tempo di definire recinti e perimetri - ha scandito Ostanel - ma di costruire un’alternativa al governo della nostra Regione. Siamo pronti a discutere con tutti, senza interessi di bandiera ma solo verso il territorio, da troppo tempo martoriato da politiche che guardano più all’interesse personale che ai bisogni delle persone. E siamo convinti - ha concluso - che un movimento civico, popolare ed ampio, con i temi al centro, possa essere all’altezza della sfida». (d.d’a.)