Il Pd ora studia il modello Emilia: «Corriamo uniti»
All’indomani del voto in Emilia Romagna i dem premono sull’acceleratore. Bisato: «Il Veneto è contendibile» Ma al tavolo di stasera fioccano le disdette, da Azione a Italia Viva che si avviano a correre sole con +Europa
L’effetto Emilia galvanizza il Pd veneto che lancia uno squillante appello all’unità nel campo del centro sinistra in vista delle imminenti regionali. Il dialogo appare aperto con i civici del candidato in pectore Arturo Lorenzoni e si registra una parziale apertura di +Europa.
Persino il solitamente cauto Alessandro Bisato, segretario del Pd veneto, scandisce a voce alta: «La Regione a questo punto è contendibile». È l’«effetto Emilia». Perché, se essere all’esecutivo un brivido lo dà, la scarica di adrenalina dei numeri che escono dalle urne e la «batosta» al dilagante Matteo Salvini è ben più galvanizzante. Di buon mattino i consiglieri regionali Pd invocano l’«unitarietà di tutto il centro sinistra» perché, «Aemilia docet», uniti si vince. Il ragionamento dei dem è il seguente: se con un fronte unitario si è battuto, più che Lucia Borgonzoni, Salvini in persona, allora in Veneto si può battere l’altro moloch, Luca Zaia.
Dopo una giornata di consultazioni frenetiche lungo l’asse Venezia-Roma, già stasera la sede regionale del Pd a Padova convoca il tavolo allargato ai possibili alleati. A partire dai civici di Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova con Coalizione civica, docente di Economia applicata al Bo ed espressione del mondo ambientalista e in buona sostanza della galassia civica improntata a valori sinistra ma capace di parlare anche ai cattolici. E c’è, poi, il terzetto liberal-democratico di Italia Viva, +Europa e Azione. «Dopo questi risultati - spiega Bisato siamo convinti che correre ognun per sé non sia neppure da prendere in considerazione». Una linea chiara su cui pesa l’incognita primarie riproposta ieri da Alessandra Moretti ma bocciata, di fatto, al grido di «Non c’è più tempo». «Per fare le primarie – ragiona il segretario regionale – il tempo tecnico potrebbe anche esserci ma l’opportunità politica no». E quanto al candidato? «Può essere del Pd come no». Sulla stessa linea il senatore veneziano Andrea Ferrazzi: «Siamo quasi a febbraio, non c’è più tempo, si deve puntare senza esitazioni su una coalizione ampia sia alle Regionali che a Venezia.Non trovare un accordo con Iv sarebbe un regalo che la Lega non merita». Graziano Azzalin, consigliere regionale dem lascia uno spiraglio aperto anche per il M5s.
Ma l’appello caloroso del Pd lascia freddini i potenziali alleati. Un’eccezione, l’unica, potrebbe essere quella dei civici che in Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, hanno individuato il candidato ideale. Un endorsement arriva anche da Sergio Giordani, sindaco della città del Santo: «Si dimostra vincente il modello Padova». I pontieri, nel Pd, non scarseggiano. Uno è il deputato Roger De Menech: «L’Emilia suggerisce un bagno di umiltà da parte di tutti, un passo indietro delle diverse componenti per farne fare tre in avanti alla coalizione». Ma sul nome di Lorenzoni si percepisce una certa chiusura. Sarà, però, un problema successivo visto che per il Pd la prima grana da risolvere è la tripletta liberal democratica. Gli unici presenti al tavolo di stasera saranno i rappresentanti di + Europa, da Anna Maria Zanetti della direzione
nazionale ai due nuovi portavoce Anna Lisa Nalin e Corrado Cortese. «L’unica prepreclusione è sul coinvolgimento dei 5s» spiega Zanetti. Decisamente più ostativa la posizione di Italia Viva con Sara Moretto che dice: «Fino a ieri ci sembrava che il dialogo interno fosse autoreferenziale e l’Emilia non ha cambiato questa dinamica, poi dipenderà dal progetto la nostra adesione o meno ma se dobbiamo diventare il decimo simbolino sulla scheda elettorale...anche no».
Tranchant Ettore Rosato, coordinatore di Iv: «Al tavolo di domani (oggi ndr) non ci saremo, fino ad ora il percorso del Pd è stato inconcludente, attendiamo segnali di concretezza». Fumata nera anche da Azione con il referente veneto, Federico Vantini che descrive quella veneta come «situazione capovolta» rispetto all’Emilia e aggiunge: «Al tavolo non ci saremo. Il Pd faccia quello che deve fare e in
politica mai dire mai ma la nostra priorità è costruire un fronte liberal democratico. Fare il minestrone tanto per fare, no». E in questo can can di dichiarazioni d’intenti a mezzo stampa, Lorenzoni parla da candidato in pectore del campo del centro sinistra attaccando Luca Zaia, escludendo l’ipotesi delle primarie di coalizione e pure i 5s: «So bene che il Veneto non è l’Emilia Romagna. Ma so altrettanto bene che, costruendo un programma serio, concreto e davvero alternativo a quello di chi ci governa da venticinque anni e soprattutto facendo una campagna elettorale innovativa, entusiasmante e tra la gente, anche la nostra regione può diventare contendibile» a cui si aggiunge una chiusa inequivocabile: «Entro la fine di questa settimana, si quaglia».
Al tavolo di domani (oggi ndr) non ci saremo, fino ad ora il percorso del Pd è stato inconcludente, attendiamo segnali di concretezza Ettore Rosato Italia Viva