Villa extra lusso in nero Scattano sequestri per 4 milioni di euro
(la.ted.) Troppi pochi 7 milioni di euro per acquistare quella prestigiosa villa a Sirmione con vista sul lago di Garda, ampio parco circostante, porticciolo privato, eliporto privato. Dietro quel mega affare immobiliare si celava in realtà - stando agli inquirenti - una maxi truffa ai dani dell’Erario: per questo, dopo le indagini avviate nei confronti di due imprenditori veronesi e di un commercialista bresciano, è ora scattato un sequestro per 4,3 milioni tra cui numerosi conti correnti nella disponibilità degli indagati, alcuni immobili nelle provincie di Verona, Mantova e Brescia, e in maniera particolare una lussuosa villa del valore di oltre 2 milioni di euro. Su quella compravendita sospetta datata 2009, i finanzieri della Tenenza di Desenzano fin da subito avevano voluto vederci chiaro e le successive indagini hanno dato loro ragione. Dagli accertamenti è infatti emersa una maxi evasione da oltre 13 milioni di euro, perché la villa (già di proprietà di una società gardesana) era stata ceduta a una società lussemburghese al valore dichiarato di 7 milioni di euro, generando una plusvalenza immobiliare di quasi 6 milioni. In realtà, l’immobile era stato ceduto a oltre 19 milioni di euro, con un’ulteriore plusvalenza immobiliare non dichiarata di 12 milioni. Tale guadagno, non dichiarato, era stato nascosto in un conto corrente in Liechtenstein tramite una serie di operazioni societarie e finanziarie di due fiduciarie svizzere che sostiene l’accusa - su incarico degli imprenditori inquisiti hanno dapprima costituito una holding di diritto svizzero per poi far confluire la villa nel patrimonio di un’altra società lussemburghese. Contestualmente alla cessione dell’immobile, le fiduciarie svizzere avrebbero ceduto a un’altra società austriaca l’intero pacchetto azionario della holding svizzera (attuale proprietaria della villa sirmionese tramite la controllata società lussemburghese). Ai 12 milioni non dichiarati si aggiungono inoltre più 1 milione di euro di base imponibile da recuperare a tassazione, relativi alla parte di oltre 5 milioni dichiarata. A completare il vorticoso giro di schermatura per evadere il fisco la società gardesana, consapevole della propria condizione di evasore totale, ha tentato di evitare il ricorso ad un’eventuale procedura di riscossione coattiva da parte dell’Erario, mediante un’operazione straordinaria di scissione, trasferendo tutti i propri beni ad altra società riconducibile alla stessa famiglia di imprenditori bresciani. La società avrebbe così sottratto all’imposizione le basi imponibili Ires e Irap, ognuna per oltre 14 milioni di euro e Iva per circa 75 mila euro.