Corriere di Verona

La botta al M5s: «Ma non siamo morti» Contro Luca da soli o col Pd? Si vedrà

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«I numeri – scrive su Facebook il bellunese Federico D’Incà, ministro per i Rapporti col parlamento - come quelli venuti fuori dalle regionali in Emilia Romagna e in Calabria, sono un’indicazion­e importante su cui riflettere, e lo si farà certamente durante gli stati generali del Movimento 5 Stelle di marzo, ma non possono essere un dato su cui fondare speculazio­ni in merito al futuro del movimento, del Governo o del Paese». I numeri: 3,49% a Benini, candidato stellato in Emilia Romagna, 7,31 per Aiello, in Calabria. «Non è andata come speravamo, inutile nasconderl­o dice il veronese Mattia Fantinati, deputato. Non è un momento facile, dobbiamo restare uniti, parlare tra noi e fare dei ragionamen­ti...». Per Fantinati resta comunque un punto fermo: «Non siamo certo finiti. Abbiamo fatto una caduta da cui ci si rialzerà». Il voto emiliano rinnova, per il M5s, il confronto sulla strategia da adottare anche in Veneto. «In Emilia abbiamo sbagliato», ragiona, rigorosame­nte off the record, un esponente stellato veneto: «Ci fossimo alleati col Pd ora saremmo al governo della regione, prima volta nella nostra storia». Allearsi ai Democratic­i nel confronto con Luca Zaia? É la strategia governista, caldeggiat­a proprio da D’Incà due settimane fa, all’assemblea regionale del M5s, convocata a Selvazzano Dentro, nel Padovano, proprio in vista del voto in primavera. Quella riunione, d’altro canto, ha consegnato un ampio riscontro alla linea «della purezza», incarnata dal capogruppo in Consiglio regionale, il padovano Jacopo Berti: corsa in solitaria, che serva al movimento per ritrovare la compattezz­a delle origini. Una corsa, comunque, senza il Pd: molti voti stellati in Veneto deriverebb­ero da ex simpatizza­ti leghisti - si ragiona all’interno del movimento -, refrattari a patti coi Dem. «D’altra parte – altro esponente locale che chiede la non menzione – allearsi qui col Pd è diverso che in Emilia...». Il non detto è semplice: con Bonaccini si correva per vincere, contro Zaia la prospettiv­a è diversa. In soldoni: non ne vale la pena. Deciderà, probabilme­nte, un voto attraverso la piattaform­a Rousseau, come ha chiesto D’Incà. «Il Veneto riflette ancora Fantinati - è una regione difficile, ha eletto due volte Zaia, è una roccaforte leghista. Detto ciò, alle ultime politiche abbiamo fatto il 23%. Dubito che potremo ritrovare quel risultato ma ce la metteremo tutta». Per far bene servirebbe...? «Un candidato presidente, che presenti un programma su cui si lavorerà per fare bene e meglio». (r.piv.)

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