La marcia in Lessinia «congela» (per ora) la legge contestata L’ira di Valdegamberi
(d.o.) Settemila (come sostengono gli organizzatori) o meno, il risultato non cambia. Il giorno dopo la grande manifestazione di domenica, la camminata «per salvare il Parco della Lessinia», la strada per la legge 451 sembra essere in salita. Pur in assenza di dichiarazioni ufficiali, sembra che a mettersi di traverso possa essere lo stesso governatore Luca Zaia che non vuole trovarsi una «gatta da pelare» del genere in piena campagna elettorale. Insomma, finché della legge erano a conoscenza «pochi addetti ai lavori» sembravano non esserci problemi. Ma dopo la mobilitazione delle associazioni naturaliste e la presa di posizione dei ministri (tra cui quello all’ambiente, Sergio Costa), tutto sembra più difficile.
Ieri sera, uno dei «padri» della legge, Stefano Valdegamberi (consigliere del gruppo misto) ha incontrato il presidente della Regione, con l’intenzione di spiegare il punto di vista dei proponenti. Per Valdegamberi, il fronte contrario alla legge «non conosce la situazione, si è ancorato a una fake news, che vuole una diminuzione della superficie del parco, quando invece aumenterà di cinquanta ettari». Nodo del contendere le aree contigue che, pur venendo «declassate» in termini di vincoli, rimarrebbero, in caso venisse approvata la legge a diretta gestione del parco. «Nessuno — nota amaramente Valdegamberi — è andato a parlare con agricoltori e allevatori del parco». Il fronte dei contrari (che conta le «sardine» come i giovani di Fridays for future) canta vittoria, mentre in Parlamento arriva un’altra interrogazione, firmata sempre da una parlamentare del M5S, Francesca Businarolo, che chiede di verificare se la «rizonizzazione» sia compatibile con la tutela del sito a interesse comunitario (che si estende su tutto il parco). Ma è guerra di numeri. Una «squadra» di Lessinia Libera (il comitato a favore della nuova legge) si è messo a contare, domenica, il numero delle auto parcheggiate: 1.500. Concludendo che i manifestanti non possono essere stati oltre i tremila.