Lo falciò e uccise in A22: colpa del cellulare Telefonava «senza auricolari», condannata a 10 mesi e a risarcire. Starà senza patente 4 anni
Nemmeno il tempo di scendere dall’abitacolo e si è visto piombare addosso un’auto impazzita che non gli ha lasciato scampo. Alle 9.30 del 6 febbraio 2017 morì così a Nogarole Rocca, sull’autostrada A22 del Brennero, Hassan Marzaq, marocchino di 40 anni residente a Trento.
E a riguardo, ieri pomeriggio in tribunale a Verona, con la sentenza pronunciata dal giudice Claudio Prota è stato sancito nero su bianco che la causa di quel dramma della strada andrebbe individuata nel fatto che la donna che guidava la vettura dello schianto, una Fiat 500, stava telefonando. L’investitrice M. S., bergamasca di 51 anni, era al cellulare «senza i dispositivi auricolari» ragion per cui, su richiesta del pm d’udienza Giorgia Bonini, è stata condannata a 12 mesi, pena sospesa per omicidio stradale aggravato. Non solo, perché la patente di guida le è stata sospesa per 4 anni e inoltre, ai fratelli della vittima costituiti parte civile, è stata riconosciuta una provvisionale complessivamente pari a 60mila euro, fatta salva comunque la possibilità di adire la giustizia civile a fini risarcitori. Quella mattina, la vittima stava viaggiando in auto, una Passat Sw, insieme al fratello, verso Modena. Pochi chilometri prima del casello di Nogarole Rocca, il fratello ha accostato sulla destra, fermandosi in una piazzola di sosta. Hassan è sceso dall’abitacolo e ha aper
Alle 9.30 del 6 febbraio 2017 morì a Nogarole Rocca, sull’autostrada A22 del Brennero, Hassan Marzaq, 40 anni to il baule della loro Volkswagen Passat station wagon.
Probabilmente doveva controllare qualche cosa: una banale sosta trasformatasi in tragedia. All’improvviso una Fiat Cinquecento proveniente da Verona, ha incominciato a sbandare verso destra. Testimoni hanno poi raccontato alla polizia di un improvviso zigzagare della vettura, completamente fuori controllo. La corsa impazzita dell’auto è finita contro la station wagon dei due fratelli marocchini. Per Hassan non c’è stato nulla da fare: la stessa investitrice restò gravemente ferita, per poi ritrovarsi a processo. Per voce del consulente della difesa, in aula, alle scorse udienze avvenne un colpo di scena. perché stando al medico a provocare l’impatto non sarebbe stato l’uso del cellulare da parte della donna, bensì una «crisi riconducibile a un angioma cavernoso». Un presunto attacco epilettico che però, visti i contenuti della sentenza, non ha alleggerito la condanna all’investitrice.