Viviani a secco nell’Omnium, il veronese è nono
Mondiali su pista Niente medaglia nella prova in cui il veronese è campione olimpico in carica Condizione ancora lontana dal top, il veronese chiude nono. E adesso nel mirino c’è la Sanremo
A bocca asciutta. BERLINO Niente da fare per Elia Viviani, che sulla pista di Berlino puntava a una medaglia nell’Omnium, la specialità che quattro anni fa lo consacrò campione olimpico a Rio.
A bassi giri di motore, Elia non è mai stato quel protagonista che ci si aspettava in gara. E tutto sommato ci sta: siamo solo all’alba di una lunga stagione divisa in due tra strada (con il sogno Sanremo sempre vivo) e pista con le Olimpiadi di Tokyo nel mirino. Che il colpo di pedale non sia ancora quello dei giorni belli lo si era già visto una settimana fa al Giro dell’Algarve, chiuso senza squilli. Va detto pure che la caduta rimediata
in Australia lo scorso gennaio non ha certo facilitato la marcia di avvicinamento. Al rientro dal Portogallo, il velocista di Vallese si è allenato per qualche giorno in pista al velodromo di Montichiari, ma la condizione non era certo ottimale per pensare di poter sbancare un campionato del mondo che al via presentava il meglio del pedale.
Cosa che è puntualmente emersa nella giornata di ieri, fattasi subito in salita. Solo nono nella corsa di apertura dello Scratch, dominata dal francese Benjamin Thomas (motore di grossa cilindrata, già campione del mondo nel 2017 e argento lo scorso anno), il campione olimpico ha confermato la sua allergia nei confronti della Tempo Race, corsa che non ama, chiusa con un deludente quattordicesimo posto. La prova se l’è aggiudicata l’olandese Van Schip davanti all’onnipresente Thomas; a metà gara, la corsa all’oro pareva incanalata in un affare ristretto a questi due e al danese Hansen; in lizza per le medaglie anche il britannico Walls, il kazako Zakharov e il tedesco Kluge. Per Viviani, dodicesimo e giù di tono, la zona podio si è di fatto chiusa. Serviva a quel punto una scossa nelle due restanti prove in programma, la corsa a eliminazione e a punti. Il primo colpo di scena nell’eliminazione, lo ha offerto il danese Hansen, subito «spennato». Questa è una specialità in cui le distrazioni non sono ammesse e costano caro. Viviani se ne è rimasto buono nel bel mezzo del drappello, attento a non farsi sorprendere. Ha chiuso al quinto posto, che per un Elia al top sarebbe un calice di fiele, ma che per quello attuale, ancora lontano dalla miglior condizione, non è nemmeno tutto da buttar via.
Il veronese ha incassato 32 punti che gli hanno fatto risalire la china fino al decimo posto, ma assai lontano dalla zona medaglie. Successo per il neozelandese Campbell Stewart, campione del mondo Ommium in carica; secondo il tedesco Roger Kluge; terzo l’olandese Willem Van Schip, e quarto il «francese del Garda» (vive a Desenzano) Benjamin Thomas, che ha così consolidato la leadership provvisoria. Il lotto dei contendenti alle medaglie, si restringeva a questi quattro più il britannico Walls. La corsa a punti ha sancito la schiacciante superiorità di Benjamin Thomas, oro davanti al battagliero olandese Van Schip e all’inglese Walls. Nono posto finale per Elia Viviani. La strada per Tokyo è lunga e piena di lavori in corso. Per fortuna c’è ancora tempo.
9 Posizione Al termine delle quattro prove dell’Omnium il veronese Viviani ha chiuso al nono posto