Corriere di Verona

«Qui per ora tranquillo, ma non siamo immuni»

Il professor Ercole Concia, infettivol­ogo, e i rischi che corre la nostra provincia: «Situazione ora tranquilla, ma può cambiare»

- di Davide Orsato

picco è ancora lontano, bisogna cominciare a rispettare le regole». Ercole Concia, a lungo direttore di Malattie Infettive dell’azienda ospedalier­a, raccomanda: «Occorre un isolamento rigido».

«Il picco è ancora lontano, bisogna cominciare a rispettare le regole». Ercole Concia, da qualche settimana a questa parte, ha ricomincia­to a fare il medico, profession­e che ha lasciato poco più di un anno fa. Parlando o, meglio, divulgando quanto ha appreso in anni e anni di esperienza tra le corsie. Lui, a lungo direttore di Malattie Infettive dell’azienda ospedalier­a, già membro, a inizio anni ’90, della commission­e regionale di studio per la lotta all’Aids, si unisce ora a quanto dicono molti altri colleghi autorevoli: «Occorre un isolamento rigido».

Professor Concia, Verona è stata finora una zona interessat­a solo marginalme­nte, ma proprio negli ultimi giorni i contagi e i ricoverati hanno subito un’accelerazi­one preoccupan­te. Qual è il rischio?

«Possiamo affermare che la nostra provincia sia stata fino ad oggi un’area piuttosto tranquilla, ma questo ci rassicura solo fino a un certo punto. Come ogni virus, i focolai possono esplodere in diversi posti quando meno ce l’aspettiamo. È quello che abbiamo visto anche nelle ultime settimane in Lombardia e non solo».

Quindi c’è poco da fare? «Assolutame­nte no: l’evolversi della malattia da nuovo coronaviru­s in Italia ha dimostrato che il contenimen­to, messo in atto nelle zone rosse, sia in Lombardia che in Veneto funziona, riducendo la diffusione del virus. È l’arma più importante che abbiamo».

Fino a quanto dovremo pazientare?

«Sono abbastanza certo che il picco dell’epidemia arriverà a fine marzo. Ad inizio aprile dovremmo poter osservare un calo nelle curva. Questi sono i tempi che ci suggerisce anche la diffusione del virus in Cina ».

La Cina ha messo in atto delle misure eccezional­i…

«È proprio questo il punto. Le misure restrittiv­e danno fastidio, ma sono essenziali. Non si può continuare a comportars­i facendo finta di niente, quando siamo nel pieno di un’epidemia».

Sembra che a Verona, almeno fino a poche ore fa, non ci sia stata un’alta percezione del rischio…

«È così, ma occorre che questo atteggiame­nto cambi al più presto».

Qual è la situazione degli ospedali veronesi, al momento?

«La situazione non è critica, del resto abbiamo degli importanti giorni di vantaggio rispetto ad altri centri anche della nostra stessa regione. Mi rincuora, finora, il numero dei posti in terapia intensiva: siamo fortunatam­ente distanti dai livelli di altri ospedali».

Si è parlato della possibilit­à che arrivino pazienti dalla Lombardia…

«Quello che mi auguro è che non ci siano trasferime­nti dalle zone rosse per pazienti non contagiati dal Covid. Quello potrebbe essere un rischio sanitario non irrilevant­e».

E la carenza di medici? La settimana scorsa l’azienda ospedalier­a ha dovuto pagare un conto salato per gli isolamenti cautelativ­i: si è parlato di un centinaio di persone tra medici e altro personale sanitario…

«Credo che abbia fatto bene il presidente Zaia a chiedere che i negativi al tampone fossero messi in condizione di rientrare al lavoro. Se non c’è positività il rischio non c’è. So che in molti sono già rientrati e questa è una bella notizia».

Per i cittadini quali sono i comportame­nti da tenere?

«Evitare i contatti come strette di mano. Anche starnutire sul gomito o in un fazzoletto può fare la differenza. Quello che non serve è la mascherina: protegge gli altri, non se stessi. E in molti la indossano in modo sbagliato. Se qualcuno ha i sintomi non vada negli ospedali: purtroppo sta succedendo anche in questi giorni».

C’è chi dice che è ormai troppo tardi per fare qualcosa di efficace…

«Non è vero. Il virus non è affatto ovunque. E la Cina l’ha fermato».

 ??  ?? Affollato Il lungolago di Lazise nella giornata di domenica
Affollato Il lungolago di Lazise nella giornata di domenica

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy