Sono medici i primi laureati on line
All’Università di Verona la sessione è «virtuale»: in nove diventano dottori, quattro 110 e lode Il professor Schena: «Ci adattiamo all’emergenza»
Sarà un segno dei tempi, ma i primi nove laureati «telematici» dell’Università di Verona sono tutti medici. Ieri a essere presenti erano solo i professori della commissione. I laureandi? A chilometri di distanza.
Sarà un segno dei tempi, ma i primi nove laureati «telematici» dell’Università di Verona sono tutti medici. Certo, dovrà ancora passare qualche mese, quelli necessari per l’esame professionale, per essere del tutto operativi, ma non vedono l’ora.
Quella di ieri mattina, nelle aule della Scuola di Medicina di Borgo Roma, è stata in tutto e per tutto una sessione «come tutte le altre». Salvo per un dettaglio: a essere presenti erano solo i professori della commissione. I laureandi? A chilometri (in certi casi, centinaia) di distanza. È andata bene, per tutti, con ben quattro su nove presenti, cioè quasi la metà, 110 e lode.
I primi a essere felicissimi, naturalmente, proprio loro, i «neodottori». «Certo non è stata la stessa cosa – racconta Andrea Lombardi, che ha “discusso” dalla sua casa di Bolzano, attorniato dai parenti più stretti – ma sono felicissimo di aver portato a termine questo percorso».
Andrea ha discusso una tesi sull’angioedema, una pericolosa forma di reazione allergica. «È stato un po’ surreale ma la procedura seguita è stata quella di sempre – prosegue il neolaureato – invece che ritirarsi al momento della valutazione i professori hanno semplicemente staccato l’audio». Ora che si fa? «Mi aspetta un tirocinio di tre mesi, due in ospedale e uno presso un medico di medicina generale, come prevede l’ordine della mia provincia. Poi mi piacerebbe seguire una specialità clinica, come l’allergologia, ma anche la medicina d’urgenza». E ce n’è, in effetti, bisogno in questo periodo. «Sono disposto a fare la mia parte contro il Coronavirus – conclude Andrea – del resto, se tutti noi limitiamo il contagio ce la possiamo fare».
Festeggia, da remoto, il suo 110 e lode anche Alberto Campolongo, di Cerea, che ha presentato una tesi sull’ipertensione portale, una complicanza della cirrosi epatica. «La mia laurea me l’immaginavo diversamente, certo – spiega – fino a qualche mese fa mi aspettavo di fare una gran festa con amici e parenti. Ma non c’è nessun rimpianto, solo sollievo: temevo venisse rimandata. La specialità che vorrei sceglierei? Medicina Interna. Quanto all’esame professionale, è in programma a giugno: se serve, ovviamente, sarò a disposizione per combattere contro l’emergenza sanitaria in corso».Promosso da entrambi Zoom, il software che l’università ha adottato per la didattica a distanza. Nessun problema di connessione, né di «ritardo» delle trasmissioni.
«Stiamo facendo il massimo sforzo per ovviare a una situazione d’emergenza – afferma Federico Schena, delegato del rettore per la didattica. Abbiamo dovuto adattare molto rapidamente le nostre modalità di lavoro. Sia chiaro, non stiamo considerando quello che accade in questi giorni come la “normalità”. La lezione frontale, l’università come luogo fisico ha un’importanza assoluta, altrimenti non staremo parlando di emergenza. Ma siamo felici di poter garantire agli studenti di proseguire con i loro esami e la loro carriera».
Per l’università di Verona questa è la terza settimana di chiusura. Da oltre dieci giorni la didattica online è diventata routine quotidiana per quasi tutti gli studenti, con centinaia di video di lezioni caricati sul «sistema» dell’ateneo. Le lauree di ieri mattina saranno seguite da molte altre: «Le prossime sono in programma giovedì (domani, ndr) avremo altri nove studenti – fa sapere il professor Corrado Barbui, psichiatra della Scuola di Medicina – l’esperienza è stata positiva». E c’è anche qualche vantaggio: «Senza la folla – scherza – i tempi sono calati».
A distanza
Per l’ateneo, da oltre dieci giorni la didattica è on line, con centinaia di video di lezioni