Corriere di Verona

I contagi sfondano quota cento

Aumentano ancora i ricoveri negli ospedali, in sette sono in terapia intensiva A Borgo Roma in primi tre pazienti guariti Quasi cinquecent­o in quarantena: i medici in quiescienz­a per monitorarl­i

- Davide Orsato

Superano quota cento i casi accertati di Covid 19 in provincia di Verona, 106, per la precisione con diciannove tamponi positivi accertati nelle ultime 24 ore. Una crescita che prosegue costante, nonostante le differenze numeriche ancora importanti con le province venete più colpite, a cominciare da quella di Padova. E ieri, del resto, il territorio scaligero è stato uno di quelli che ha visto, il maggior numero di diagnosi in Regione, dietro proprio a Padova, dove il dato è cresciuto di 54 unità.

Questi, invece, i numeri che arrivano dagli ospedali: aumentano i ricoverati (35, ieri erano 24) nella cosiddetta «area non critica», mentre sette sono in terapia intensiva, di cui due a Borgo Trento, i primi ad essere portati in quella struttura. A Borgo Roma si registrano, al contempo, le prime tre dimissioni.

Un aumento che non stupisce quanti hanno guardato con attenzione alle statistich­e: si parla di circa il 20%, analogo a quello in altre province venete (come, ad esempio Venezia), la scorsa settimana, ma lontano da quello registrato in altre aree della Lombardia e anche dalla stessa provincia di Padova.

Accanto alle persone positive sono anche i molti veronesi in isolamento fiduciario: sono 487, tutte persone che sono venute a contatto con una persona contagiata. Tra di loro anche un buon numero di dipendenti dell’azienda ospedalier­a: 95, di cui 46 medici e 14 infermieri. Vengono monitorati telefonica­mente: un lavoro che potrebbero fare, nei prossimi giorni, i medici in quiescenza. L’appello è stato lanciato lunedì sera dall’ordine dei medici. E sono già arrivate le prime adesioni: tra queste quelle di tre ex direttori di unità, come Ercole Concia (Malattie Infettive dell’Azienda ospedalier­a), Francesco Orcalli, della Chirurgia della fu Usl 20 e Massimo Valsecchi, a lungo direttore del dipartimen­to di prevenzion­e. «Un segnale importante di impegno civile – afferma il presidente dell’ordine Carlo Rugiu – ci sarà bisogno di tutti. Del resto, già una molti avevano risposto al precedente appello, in cui si dava disponibil­ità per i controlli negli aeroporti. In quel caso si trattava di neolaureat­i».

Anche gli studenti delle superiori di Verona, infine, aderiscono alla campagna lanciata dalla Rete degli studenti medi del Veneto: quella di aiutare le persone che per diversi motivi non possono uscire di casa (anche solo per il rischio che correrebbe­ro, come chi soffre di patologie croniche) con la spesa di beni alimentari e di farmaci. Verranno prese – assicurano i volontari - prese le dovute precauzion­i: gli studenti agiranno con mascherina, guanti, disinfetta­nti. Il tutto in costante contatto con la Protezione Civile e la Croce Rossa. Tra gli appelli, arrivano anche quelli dei Vigili del fuoco, che invitano i cittadini ad «allearsi con chi lotta quotidiana­mente per la salute pubblica, seguendo scrupolosa­mente le indicazion­i delle istituzion­i e limitando al massimo gli spostament­i».

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In prima linea Alcuni operatori sanitari all’ambulatori­o dei test del Covid-19 a Borgo Trento

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