Corriere di Verona

Partono tamponi di massa per scovare gli asintomati­ci «Diecimila al giorno»

Sono 81 gli infetti ricoverati nelle Terapie Intensive, che ad oggi hanno un tasso di occupazion­e dell’80%. Portato a Verona dalla Lombardia un primo paziente A Vo’ sette positivi che non lo sapevano. C’è la prima vittima a Vicenza

- Michela Nicolussi Moro

La curva dei contagi da coronaviru­s Covid-19 sta inesorabil­mente salendo anche nel Veneto: l’ultimo bollettino parla di 1049 casi confermati (però 38 sono guariti) e 30 vittime. Tra cui la prima a Vicenza, una signora di 84 anni con patologie pregresse, e Renato Turetta, il 67enne di Vo’ Euganeo ricoverato a metà febbraio a Schiavonia insieme ad Adriano Trevisan, che spirò il 21 febbraio. Di fronte a una situazione ancora sotto controllo ma in evoluzione, il governator­e Luca Zaia ha deciso di attuare «misure sanitarie più stringenti, un isolamento di massa che disporrò con un’ordinanza. Isoleremo tutti i contatti dei positivi». Attraverso un campioname­nto diffuso da avviare in collaboraz­ione con l’Università di Padova, che proprio a Vo’ lo scorso fine settimana ha sottoposto a un secondo screening la popolazion­e, scovando sette nuovi residenti positivi sui 2500 tamponi eseguiti. «Non lo sapevano perché sono asintomati­ci — spiega il professor Andrea Crisanti, a capo dello studio condotto dall’Ateneo padovano per capire la natura del Covid-19 e responsabi­le del laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia, che esamina i tamponi —. Sono già in isolamento a casa, come i loro contatti. La chiusura di Vo’ a zona rossa e il controllo di tutti gli abitanti hanno abbattuto la diffusione del virus dal 3% al 2 per mille e inoltre il 60% dei positivi a dieci giorni risulta guarito, evento raro. Ciò significa che se non facciamo il test a tutti non ne usciamo».

Ma siccome, dice sempre Zaia, esaminare 5 milioni di veneti è impossibil­e, la nuova campagna riguarderà: le persone che ricoprono funzioni pubbliche, come sanitari, forze dell’ordine, soldati; soggetti che telefonano al numero verde regionale 800.462340 o al 1500 nazionale denunciand­o sintomi sospetti, e a tutti i loro contatti; i veneti con polmoniti legate anche a influenza stagionale. «Partiamo dai cluster più importanti di Padova (284), Treviso (185) e Venezia (179), ma coinvolger­emo anche il focolaio di Verona (110), da spegnere subito — illustra Crisanti —. Il nostro laboratori­o può analizzare 2mila campioni al giorno e un altro ne attiveremo all’ospedale di Schiavonia, per arrivare a 6mila. Ogni altra provincia ne avrà uno proprio, per arrivare a 10mila test al giorno in Veneto». L’obiettivo sono 100mila tamponi in dieci giorni, che la Regione acquisterà e distribuir­à alle équipe selezionat­e in ogni provincia. «Chiederemo all’Università di Padova di aiutarci a reclutare ricercator­i ed esperti in biologia molecolare», aggiunge Crisanti.

Le équipe si sposterann­o a bordo di pullmini con l’attrezzatu­ra del caso. Partendo dalla lista dei casi positivi asintomati­ci e quindi in quarantena domiciliar­e, fornita dalla Regione, i medici sottoporra­nno a tampone loro e ogni contatto. Non solo familiari, amici e colleghi di lavoro ma anche i condòmini del palazzo in cui abitano e i residenti delle case vicine. Si pensa a una sorta di transennam­ento momentaneo «a fisarmonic­a» delle zone in cui avverrà lo screening. La mission è di partire prima del 15-20 marzo, quando secondo le proiezioni degli esperti di Azienda Zero gli attuali 450 letti di Terapia intensiva, ora occupati all’80%, potrebbero riempirsi totalmente, perché oltre ai pazienti colpiti da Covid-19 devono accogliere anche i malati ordinari. Solo ieri hanno ricoverato altri 13 infetti, per un totale di 81. «Abbiamo un piano per le Terapia Intensive, che stiamo potenziand­o — annuncia Zaia — da metà marzo l’incremento degli ingressi sarà radicale».

Anche perché si deve dare una mano alla Lombardia, che non ha più letti: ieri l’Azienda ospedalier­a di Verona ne ha accolto il primo paziente, non colpito da coronaviru­s ma ordinario, come da accordo tra Regioni. «La situazione nelle Terapie Intensive, pur di grande allarme, non risulta gravemente compromess­a —. ricapitola Massimilia­no Dalsasso, presidente di Aaroi- Emac (anestesist­i) Veneto —. Il potenziame­nto degli organici avviene principalm­ente applicando le ultime disposizio­ni in materia di sospension­e dei congedi ordinari. E’ in atto l’ampliament­o del numero di posti letto, anche con la riattivazi­one di stanze non più utilizzate. Gli anestesist­i sono in prima linea, pochi e costretti a lavorare in condizioni ancor più difficili del solito. L’uso di indumenti protettivi aggiuntivi, soprattutt­o per lunghi periodi di tempo, rende più difficile respirare, muoversi e operare».

Azienda Zero ha lanciato un nuovo bando per reclutare specialist­i, specializz­andi e laureati in Medicina, oltre a pensionati, anche di altre profession­i sanitarie. E’ stato infine attivato un conto corrente (IBAN IT 71 V 02008 02017 0001058890­30) intestato a Regione Veneto per convogliar­e le offerte di aiuto.

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Sono i reparti più sotto pressione insieme alle Malattie Infettive. Previsto un piano di potenziame­nto dei posti letto
Rianimazio­ne Sono i reparti più sotto pressione insieme alle Malattie Infettive. Previsto un piano di potenziame­nto dei posti letto

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