Corriere di Verona

Positivi quattro frati del convento «Chi si è confessato avverta l’Usl»

I cappuccini di Lendinara e i volontari della mensa sono tutti in isolamento fiduciario, i contagiati avrebbero contratto il Covid-19 a una riunione nel Padovano

- Antonio Andreotti

La catena del contagio da coronaviru­s non si arresta neanche davanti alla grata di un confession­ale: anche il gesto di confessars­i in chiesa, evidenteme­nte, ormai è diventato un’attività a rischio e quindi da evitare.

Lo stanno sperimenta­ndo a proprie spese una decina di fedeli di Lendinara, comune polesano di circa 10.000 anime, e di qualche paese vicino, che potrebbero essere venuti a contatto proprio nel confession­ale con quattro frati del convento lendinares­e dei Cappuccini minori, che sono risultati positivi al virus.

I quattro religiosi hanno scoperto adesso di avere contratto il Covid-19, dopo una trasferta di cinque giorni, avvenuta la scorsa settimana, nel comune padovano di Camposampi­ero. In isolamento fiduciario c’è già tutto il convento cappuccino, una ventina di persone tra frati, novizi e volontari della mensa dei poveri. Dei quattro cappuccini positivi al virus, solo uno, un frate quarantenn­e, è ricoverato in ospedale, nel reparto malattie infettive di Rovigo.

Sant’Agata La chiesa del convento dei cappuccini a Lendinara

Gli altri tre, tutti asintomati­ci, sono in isolamento nelle loro stanze in convento. In tutto, in Polesine sono attualment­e 15 le persone positive

al coronaviru­s.

La catena di ricerca è partita a ritroso per fissare la data da cui far partire l’individuaz­ione di quanti si erano confessati nella chiesa dei frati Cappuccini a Lendinara, ovvero sabato 7 marzo scorso. Nei giorni precedenti i frati erano a Camposampi­ero per la riunione capitolare, chiamata a votare il rinnovo del ministro provincial­e. Una trasferta che poco collima con l’immagine di solitudine che si ha dei religiosi come i Cappuccini, che appartengo­no alla famiglia francescan­a, e che è finita col costare caro al convento di Lendinara e forse – ma saranno le analisi dei prossimi giorni a dirlo – anche a una decina di fedeli.

Secondo l’Usl di riferiment­o per Camposampi­ero il contagio è partito nel Padovano, e da qui è partita anche l’informazio­ne all’Usl polesana del rischio contagio al quale il gruppo di religiosi era stato esposto. Lo scorso lunedì sono arrivati gli esiti per i primi due positivi, ieri gli altri due. Appena l’Usl polesana ha confermato il risultato del tampone, la comunità religiosa ha affisso un cartello all’entrata della chiesa di Sant’Agata, annessa al convento, chiedendo a chiunque si fosse confessato tra le ore 16 e le 18 del 7 marzo scorso di contattare urgentemen­te le autorità sanitarie. Per quanto riguarda invece le persone che hanno confidato i propri peccati domenica pomeriggio, sempre nella chiesa di Sant’Agata, si tratta di residenti di Lendinara e di qualche paese vicino, in gran parte anziani. Sono già stati individuat­i, grazie agli stessi frati, e i loro recapiti segnalati all’Usl polesana, che ora stabilirà se debbano osservare la quarantena.

Per il direttore generale dell’Usl di Rovigo, Antonio Compostell­a, si tratterebb­e di «casi di importazio­ne», non essendo quello della provincia di Rovigo (con 15 positivi in tutto) ritenuta una zona dove si siano formati focolai da infezione del Covid-19.

Amareggiat­o per l’accaduto il sindaco di Lendinara, Luigi Viaro: «Alcuni dei fedeli che sono stati a contatto con i frati cappuccini si sono già posti volontaria­mente in isolamento a casa, pur non presentand­o sintomi. Chiediamo la stessa attenzione, per eventuali situazioni di contatto con i frati, anche ai fedeli che si erano recati a pregare in chiesa la scorsa domenica».

Il sindaco di Lendinara però vede anche un lato positivo nell’accaduto: «Dispiace moltissimo che delle persone come i frati cappuccini risultino positivi al coronaviru­s e che dei fedeli stiano rischiando altrettant­o, ma dall’altro lato salutiamo molto positivame­nte la collaboraz­ione tra l’Usl competente per Camposampi­ero e quella polesana. Una collaboraz­ione – conclude Viaro - che in brevissimo tempo ha individuat­o una serie di persone a rischio partendo da un evento specifico, ovvero la riunione capitolare tenutasi nel comune padovano».

Il sindaco

Viaro: «Alcuni fedeli si sono già messi volontaria­mente in isolamento a casa»

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