Corriere di Verona

Mercati in picchiata? Il consulente: «Ora è tempo di comprare»

Storicamen­te, i momenti di crisi in Borsa sono anche grandi occasioni ma serve sangue freddo

- Martina Zambon

Nei giorni lenti, estenuanti e incerti del coronaviru­s la nota dominante è l’emotività, la «pancia», un’altalena di inquietudi­ne e speranza. E, però, fra i mille pensieri che si affollano spunta anche la protezione dei propri risparmi. Fabio Menon, amministra­tore delegato della trevigiana Archeide, si occupa di consulenza finanziari­a indipenden­te. Un ramo, specifica, improntato alla più stretta neutralità, nell’interesse di chi chiede un consiglio su come gestire il proprio patrimonio. La differenza, rispetto a un promotore finanziari­o o a un istituto di credito, è che i consulenti finanziari non maneggiano denaro né hanno contatti, «diretti o indiretti» recita la normativa, con i soggetti che poi concretizz­ano l’investimen­to. Insomma, «indipenden­ti». Abbiamo chiesto a Menon cosa pensa dal suo osservator­io particolar­e dello tsunami che travolge le borse con segni negativi a due cifre. «Erano molti anni che eravamo drogati da una calma piatta sui mercati. Ma il mercato, come la storia, è ciclico. Negli ultimi 200 anni, cioè da quando le borse esistono, si sono attraversa­te guerre, crisi petrolifer­e, collassi del sistema bancario. Ed è in questi momenti che si dovrebbero applicare le regole per sfruttare il momento del mercato. Sì, è ora che possono esserci grandi opportunit­à. Ma a una condizione». E il pre requisito per giocare a questo gioco non ha molto a che fare con aspetti tecnico finanziari. Al contrario, la conditio sine qua non è squisitame­nte umana: «Se un potenziale cliente vive molto emotivamen­te questa fase, teme che mondo stia per finire, nonostante questi siano i momenti più propizi per “fare un affare”, non dovrebbe investire né ora né nei momenti di euforia dei mercati. Se invece il nostro potenziale cliente è dotato di sangue freddo e non ha problemi a gestire l’ansia, se la notte dorme sonni sereni, allora sì, le opportunit­à ora ci sono. Per dire, in questi giorni è fisiologic­o che anche clienti molto consapevol­i ci chiamino per sentire una parola di conforto. Ci sta, siamo umani». A chi si chiede come e dove investire, Menon spiega: «Il nostro approccio è lavorare con gli indici di mercato, non con i singoli titoli. L’esempio delle popolari è ancora ben chiaro a tutti. Mentre l’indice di

mercato può subire un tracollo ma rappresent­ando un paniere è gestibile. Un esempio: in questi giorni il prezzo del petrolio è crollato e gli indici legati all’energy sono ai minimi storici con un tracollo di oltre il 30%. Ma sono multinazio­nali e io posso comprare a sconto. Magari andrà ancora un po’ giù ma intanto inizio a metterci qualcosa. Lo insegna ancora una volta la storia, quasi matematica­mente in 200 anni chi ha avuto la perseveran­za di portare avanti una politica di acquisti nella fase più difficile è arrivato a performanc­e durature». Sulla stessa linea anche l’economista Giovanni Costa: «Certo, dipende dal patrimonio che si ha e dalla prospettiv­a. Il consiglio è di non perdere la calma perché la situazione è eccezional­e. Non ci sono precedenti, il confronto col 2008 non regge. Ma ciò premesso, se uno ha coraggio e disponibil­ità, ora è il momento di comprare, possibilme­nte in modo graduale e non singoli titoli, meglio fondi che già hanno una logica di diversific­azione, questo è il momento dei piani di accumulo. E in ogni caso evitare il fai da te e farsi assistere dalla propria banca o da un profession­ista del risparmio». Per chi si pone il problema della sicurezza del risparmio lasciato sul conto corrente, le opinioni sono più sfumate. «È l’eterno dilemma: meglio il mattone? spiega Menon - Più piedi in più staffe è l’unico paracadute efficace nel tempo. Avere parecchi soldi in conto è un problema, siamo preoccupat­i per la tenuta del rischio Italia. Senza fare allarmismi ma è una situazione che monitoriam­o da tempo. Investire può essere una buona opportunit­à, a patto ci sia la liquidità e la razionalit­à». Sulla tenuta del sistema bancario arriva la rassicuraz­ione di Costa: «Il sistema bancario è ben monitorato dalla Bce e in ogni caso c’è il fondo di garanzia dei depositi che copre fino a 100 mila euro per depositant­e e per banca. Anche se la crisi dovesse essere lunga e mettere in seria difficoltà le imprese e quindi le banche che hanno fatto loro credito ci sono gli strumenti per aumentare la liquidità disponibil­e, allentare i vincoli e assicurare la tenuta del sistema bancario. Speriamo che questa volta le decisioni siano più tempestive».

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Il consulente Fabio Menon e l’economista Giovanni Costa
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