Tutti a casa e la qualità dell’aria migliora
(m.s.) Ci si muove meno dunque diminuiscono le polveri sottili nell’aria. A raccontarlo sono i dati Arpav ai tempi delle restrizioni anti coronavirus. La concentrazione di pm10 registrata negli ultimi dieci giorni dalle centraline di Borgo Milano e Giarol Grande — al netto dei picchi di lunedì, quand’è scattata la corsa alle scorte dopo l’estensione della zona rossa a tutto il Paese — è stata mediamente più bassa di quasi il 30 per cento rispetto alla media annuale. Nel dettaglio: dal 1° marzo i rilevamenti in Borgo Milano segnano una media di 25,4 microgrammi di pm10 per metro cubo d’aria al giorno contro i 30 di media nell’ultimo anno, per un calo del 23 per cento, mentre quella del Giarol Grande segna 20 microgrammi per metro cubo contro i 30 di media annuale, con un calo del 33.3%. Il tutto in una Verona che, proprio per qualità dell’aria, nella classifica 2019 del Sole 24 Ore è finita 83esima su 107 città italiane registrando, con 114 giorni, il nono tasso più alto di superamenti del limite di 50 ug/m3 di pm10, sotto cui la qualità dell’aria stessa è considerata «buona». Riflettono, da Legambiente Verona, Chiara Martinelli e Lorenzo Albi: «Questo miglioramento circa le polveri sottili conferma l’effetto positivo di quando il traffico si ferma ed è probabile, peraltro, che Verona goda del blocco che sta investendo un po’ tutta l’area padana». La morale è che «il coronavirus ci sta ricordando quanto il traffico incida sull’aria che respiriamo, sebbene non sia certo l’unico indicatore, vedi il riscaldamento delle case». Il punto è: cosa succederà quando l’emergenza rientrerà? «Torneremo alle solite concentrazioni di pm10 — prevedono da Legambiente — perché il problema di città come Verona, oltre all’abitudine dell’auto, è la mancanza di politiche efficaci per ridurre il traffico su gomma».