Corriere di Verona

Export record, ma l’Emilia si allontana Occupazion­e, la locomotiva rallenta

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Decreto dignità con gli stessi effetti, sul fronte del lavoro, degli incentivi del Jobs Act di quattro anni fa. Mentre nel campo dell’export il Veneto tocca un nuovo record. Ma a guardarlo in prospettiv­a, sul primo fronte il saldo positivo della creazione dei posti di lavoro si sta fermando, mentre sul secondo il divario con l’Emilia Romagna, divenuta locomotiva a Nordest, si allarga. Sono i due dati congiuntur­ali incrociati­si ieri per il Vento, tra i report di Veneto Lavoro e dell’Istat, che hanno illustrato i dati consuntivi 2019. Con tendenze in chiaroscur­o, che ora dovranno scontare anche il ciclone coronaviru­s, che sconvolger­à previsioni già non molto ottimistic­he: le ultime di Prometeia prevedevan­o un Pil veneto in aumento dello 0,4% nel 2019 e stimavano uno +0,8% per il 2020.

Intanto il quadro del 2019. A partire dalle esportazio­ni, cavallo di battaglia veneto anche negli anni più bui. E il Nordest (Emilia Romagna compresa) resta locomotiva, di fronte a una Lombardia in arretramen­to, con un +2,3% nel 2019, che sale a un +3% nel quarto trimestre. Il Veneto tocca un ulteriore record, salendo dai 63,6 miliardi di valore del 2018 ai 64,4 del 2019, +1,3%. Ma intanto il divario con l’Emilia Romagna, dopo il sorpasso dello scorso anno, sia amplia a quasi due miliardi di valore: a sud del Po il dato sale da 63,7 a 66,3 miliardi, con una crescita del 4%.

Sul fronte del lavoro, poi, nonostante l’economia in frenata, nel 2019 in Veneto il saldo tra assunzioni, oltre 808 mila, e cessazioni resta positivo. «Una crescita ancora sostenuta, difficile da coniugare con il lento passo del Pil», sostengono gli analisti di Veneto Lavoro. Ma il saldo continua la sua frenata: a fine anno si attesta sui 25 mila posti di lavoro, in discesa progressiv­a dai 30-35 mila dei trimestri precedenti e dai 40 mila del 2018. In più i dati di saldo di fine anno vedono 5.500 posti creati in meno nel 2019 rispetto al 2018. «E i dati di gennaio segnalano un’ulteriore riduzione del trend, indipenden­te dagli effetti del contagio», avvertono gli analisti di Veneto Lavoro.

Il dato positivo, nel corso del 2019, è il saldo positivo di creazione di contratti a tempo indetermin­ato, «paragonabi­le solo a quello realizzato nel 2015 - scrive Veneto Lavoro con la decontribu­zione triennale»: 48 mila nuove posizioni, +123% sul 2018, con un amento del 32% delle conversion­i dei tempi determinat­i (88 mila contro 64 mila di quattro anni fa), a fronte di 63 mila nel 2015. Con seimila posizioni con contratto somministr­ato a tempo indetermin­ato.

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