Riso, verdura e vino arrivano a domicilio
Confagricoltura: «Molti produttori stanno reagendo coniando lo slogan “Sta a casa, pensa al presente, il futuro lo stiamo coltivando noi”».
Aziende agricole, vinicole e agriturismi si sono organizzati per consegnare la spesa a domicilio. nel rispetto delle regole governative, con guanti e mascherina.
«Cari amici, viste le condizioni di ridotta mobilità, e per venire incontro alle persone con maggiori difficoltà, abbiamo pensato di fornire il servizio di consegna a domicilio». Alla consegna ci pensano Gianni Bertaiola e la moglie. L’annuncio, pubblicato sulla propria pagina Facebook, è di lunedì. L’azienda agricola si chiama Fru Ber, Valeggio sul Mincio: frutta, verdura, conserve, succhi, salame. Se le misure anti coronavirus tengono le persone a casa, specie quegli anziani per cui la spesa è anche uno svago, allora la consegna a domicilio può diventare un salvagente. «Seguiamo le direttive del governo sulla circolazione. Spesa minima di 10 euro per ordine, ma è superfluo perché tutti stanno facendo scorta — spiega Bertaiola — Portiamo i prodotti di persona, mascherina e guanti, tutte le accortezze del caso». Volendo, è un modo per reagire. «Chi fa il nostro mestiere è duro a morire, la terra ha nutrito i nostri avi — racconta Bertaiola, titolare dell’azienda insieme al fratello Diego — Se penso al passato ricordo i primi problemi col kiwi, poi il virus delle pesche, e ancora lo stop alle vacche da latte. Mi piace pensare che le situazioni di difficoltà ci spingano a inventare. O almeno è il mio modo di vedere il bicchiere mezzo pieno». Domanda: nel mondo agricolo della vendita
L’iniziativa Molti produttori agricoli hanno deciso di vendere a domicilio diretta c’è chi si sta mettendo in scia? Sì. Da Confagricoltura, ieri, raccontavano che «molti stanno reagendo coniando lo slogan “Sta a casa, pensa al presente, il futuro lo stiamo coltivando noi”». Vedi l’azienda vitivinicola Villa Spinosa, che consegna a domicilio i suoi Valpolicella, Ripasso e Amarone. Oppure l’agriturismo Corte San Mattia sulle Torricelle: «Solo in marzo c’è stato un crollo del 90% del fatturato, ora siamo partiti con le consegne nelle case e abbiamo anche convertito un ettaro di pascolo a orto, così diamo lavoro ai dipendenti e aggiungiamo le verdure ai nostri prodotti». Vedi, ancora, l’azienda risicola biologica Gazzani di Isola della Scala («Riso, olio, vino, pasta, l’idea è quella di fare dei cesti da portare in giro, anche per risolvere il problema di inviare poche quantità con costi insostenibili») e l’azienda Demetra 973 di Isola Rizza («Ci stiamo attivando con l’e-commerce per la nostra pasta artigianale»). Presidente di Agriturist Verona, Alessandro Tebaldi pensa a «un pulmino comune a tutti gli agriturismi che si sono visti annullare le prenotazioni fino all’estate per vendere a domicilio i prodotti coltivati nei campi: il problema per trasformare l’idea nella pratica, come sempre, è la burocrazia». La consegna a casa, ad ogni modo, è adesso una forma di resilienza. Lo dimostra anche il fatto che vi si accodino i produttori di Campagna Amica e Coldiretti che si trovano con i mercatini a km zero chiusi, vedi le aziende Castagna, Menegatti, Tre Ponti, La Fattoria, Le Fontanelle, Falasco, Ruffo, Albertini, Malga Fagioli, Malgavazzo, La Corte, Mela d’oro, realtà sparse per città e provincia che già stanno recapitando a domicilio dai funghi alla carne bovina, dalle uova alla frutta, dai formaggi al riso. «Quasi un italiano su tre si aspetta che l’emergenza duri almeno fino a Pasqua mentre il 46 per cento pensa che dovremo fare i conti con il virus almeno fino all’estate — spiegano da Coldiretti citando una ricerca a livello nazionale — e tale situazione ha cambiato in parte anche le modalità della spesa». Così Franca Castellani, presidente del Consorzio Veronatura: «Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di privilegiare negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed extravergine Made in Italy al 100%», il tutto per «sostenere lo sforzo degli agricoltori e degli allevatori per assicurare le forniture alimentari al Paese».
Bertaiola Spesa minima 10 euro, ma tutti stanno facendo scorta
Castellani Chiediamo ai supermercati di vendere prodotti italiani