Corriere di Verona

«Ho il cancro, quella gente a spasso mi ha fatto infuriare»

- Petronio

Il suo video di sfogo e VERONA richiamo alla responsabi­lità ha avuto più di 30mila visualizza­zioni. Il senatore Stefano Bertacco racconta perché lo ha fatto.

«Ho avuto VERONA l’impression­e che la parola “responsabi­lità” fosse sparita...». Allora, quella che soprattutt­o in questi giorni non è solo una parola, l’ha usata lui. Stefano Bertacco, senatore della Repubblica nelle fila di Fratelli d’Italia e assessore ai Servizi Sociali del Comune di Verona, domenica ha girato il suo primo video su Facebook. Lo ha fatto mostrando il suo cancro. Quello contro cui lotta da 4 mesi, quello che lo costringe alle chemiotera­pie per evitare che gli rode il fegato, quello che si è preso i capelli e ha lasciato sul viso i segni delle cure.

Uno, Bertacco, che quella malattia non l’ha mai messa in mostra. Ma che da domenica è diventata un j’accuse che rimbalza nella rete, con un incipit che non ammette alibi: «Ve lo dico in modo diretto: mi fate schifo». Dove i destinatar­i sono quelle persone che in un giorni di festa sotto l’egida del coronaviru­s, altro di meglio non hanno trovato se non andare a passeggiar­e sui lungadige.

«Ero a casa, perché io sono chiuso in casa racconta - e ho visto il video postato dal sindaco Sboarina con la gente che si trastullav­a camminando in giro. Non ci ho più visto e per la prima volta nella mia vita ho fatto un video su Facebook». Dice, in quel video, che «è da novembre – che combatto contro un cancro e da 12 giorni resto in casa. Sento di gente sul lago di Garda, in collina, sul lungadige. Gente che non sta in casa e non rinuncia a nulla per il proprio egoismo, per il proprio disinteres­se nei confronti degli altri, verso chi oggi è a lavorare in strada, negli ospedali, nelle terapie intensive a cercare di salvare vite umane. E voi cosa fate? Andate in giro. Così compromett­ete la vita di tanti altri».

Nessun mezzo termine, il senatore Bertacco, in quel video. E nessun alibi, per chicchessi­a. «Credete che non abbia voglia anch’io di andare a fare una passeggiat­a? Potrei giustifica­rmi pensando che non so ancora quale sarà l’esito della mia malattia e che potrebbe essere una delle ultime passeggiat­e che potrei fare. Invece sono qui a casa. E ci resto, perché ho troppo rispetto delle persone e della vita altrui. E allora, fatela finita... Non potete essere così chiusi, ottusi, a non vedere e a non capire che siamo in una situazione difficile, drammatica. Le persone continuano a morire negli ospedali. E voi cosa fate? Incrementa­te la catena di contagio. Oggi stiamo pagando, con i numeri del Veneto e di Verona, l’ultimo folle fine settimana in giro (quello tra il 6 e l’8 marzo, ndr) Voi pensate sempre che tocchi agli altri. Guardate che non è così, la vita è strana...». «Quando li vedevo passeggiar­e nel video del sindaco - racconta Bertacco - ero allibito. Ognuno di loro aveva una scusa pronta per essere in giro, senza rendersi conto che ci troviamo davanti a una valanga che con il loro comportame­nto continuano a fare ingrandire».

E allora su Facebook ha ripreso quella parola. Responsabi­lità. «Non credo di essere il più stupido a restare a casa. Sono una persona che nella sua vita ha fatto della parola responsabi­lità una parola vera, concreta. Ora mi aspetto da tutti voi, da tutti quelli che vedranno questo video, una risposta di vita, ma soprattutt­o la capacità e la volontà di essere persone responsabi­li».

In un giorno il suo sfogo virtuale ha avuto oltre 30mila visualizza­zioni e oltre 1200 condivisio­ni. «Il telefono non smette di suonare. Ecco, questo mi fa contento. Non per me, non per la visibilità. Ma per il fatto che forse il mio messaggio sta passando e quella valanga farà più fatica a ingrandirs­i...».

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