Corriere di Verona

E ora a Verona i contagi crescono di più VERONA

L’infettivol­ogo Concia: «Non è un bel segnale, ma andiamo verso il picco»

- Orsato

Continua la corsa del nuovo Coronaviru­s a Verona e provincia. Sono 74 i nuovi casi registrati da domenica sera a ieri sera, con una crescita percentual­e di oltre il 20%. Un dato che, ancora una volta come accaduto negli ultimi giorni, si discosta dalla media del Veneto che, nello stesso periodo di tempo preso in consideraz­ione il Veneto conta 2.541 casi confermati.

Continua la corsa del nuovo Coronaviru­s a Verona e provincia. Sono 74 i nuovi casi registrati nelle ultime ventiquatt­rore, cioè da domenica sera a ieri sera, con una crescita percentual­e di oltre il 20%. Un dato che, ancora una volta come accaduto negli ultimi giorni, si discosta dalla media del Veneto che, nello stesso periodo di tempo preso in consideraz­ione il Veneto conta 2.541 casi confermati, 295 in più rispetto a ieri, pari a una crescita del 13%.

È proprio la curva di crescita, in queste ore, la principale preoccupaz­ione degli analisti della Regione. Si attendono con ansia, infatti, i primi risultati del «lockdown», ossia la chiusura generalizz­ata avvenuta in tutta Italia a partire da mercoledì scorso. Ieri mattina, nella corso della consueta conferenza stampa, il presidente della Regione Luca Zaia, è stato molto prudente, segnalando come, purtroppo, non si veda ancora una netta inversione di tendenza. Tuttavia, la crescita di Verona risulta essere più rapida di quella delle tre province venete, Padova, Treviso e Venezia che erano state inizialmen­te individuat­e come «zone rosse»: una situazione durata appena un paio di giorni, da domenica 8 a lunedì 9, prima di essere sostituita con un provvedime­nto esteso a tutta Italia in modo indifferen­ziato.

Aumentano, sempre a Verona, anche i ricoveri in terapia intensiva, ora 26 negli ospedali cittadini, Borgo Trento e Borgo Roma, a cui si aggiungono 43 in area non critica. Dopo l’azienda ospedalier­a è l Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar l’ospedale che vede il maggior numero di ricoverati: 54, di cui 9 in terapia intensiva. Cinque, infine, i pazienti in terapia intensiva a Legnago, altri 18 sono ricoverati in area non critica in tutti gli ospedali dell’Usl Scaligera (oltre al Mater Salutis, il Magalini di Villafranc­a e il Fracastoro di San Bonifacio).

«L’aumento non è certamente una bella notizia – è la lettura che dà di questi dati Ercole Concia, già direttore del dipartimen­to di Malattie Infettive dell’azienda – è il segnale che stiamo andando tutti verso il picco, chi prima e chi dopo. Per questo sono state molto importanti le misure adottate finora: restare a casa serve non solo ad avere meno contagi, ma anche a diluire il picco nel tempo, in modo che sia sostenibil­e per il sistema sanitario».

Il virus è presente, ormai, in circa la metà dei 98 comuni veronesi, - in 49 per la precisione - ultimi in ordine di tempo a comunicare la presenza di residenti contagiati sono stati Pressana e Zimella. Se non altro, ieri a Verona, non si sono registrati nuovi decessi. Sono sette, al momento, le vittime del virus a Verona: l’ultima domenica, il carrozzier­e di Oppeano Massimo Marti, spirato a soli 55 anni e senza apparenti patologie pregresse (vedi articolo qui sotto).

Intanto sia l’azienda ospedalier­a che l’Usl hanno proceduto ieri, seguendo le disposizio­ni

La struttura La casa di riposo Madre Maria dell’Immacolata a Colà di Lazise dove vivono sessanta suore anziane regionali, a chiudere alcuni sportelli. Tra questi l’Ufficio relazione con il pubblico, che resterà contattabi­le esclusivam­ente via telefono, mail oppure fax. Ma all’Usl «saltano» anche

(d.o.) Ci sono anche sette suore, ospiti di una casa di riposo di una congregazi­one, tra le pazienti sorvegliat­e in quanto positive al nuovo coronaviru­s. Si tratta di alcune religiose della casa di riposo «Madre Maria dell’Immacolata» di Colà, frazione di Lazise, dove vivono sessanta suore di età avanzata. Nessuna di loro, al momento, è stata ricoverata in ospedale. L’allarme (e i controlli da parte dell’Usl Scaligera) è scattato dopo che alcune di loro hanno manifestat­o sintomi specifici con febbre alta. Nella giornata di domenica, il personale del servizio di Igiene pubblica dell’Usl ha provveduto ad effettuare i tamponi anche al personale della struttura. gli sportelli dei distretti, con sospension­e delle attività di screening di primo livello. Tra queste Pap-test, Hpv test e mammografi­e.

La mappa

Il virus è oggi presente nella metà dei 98 comuni veronesi, ultimi Pressana e Zimella

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