Corriere di Verona

Zaia chiede misure più severe Tamponi triplicati, sì dell’Oms

Altre undici vittime, tra cui l’ex magistrato Pavone. Test nelle case di riposo, a tutti i sanitari e medici di base

- Michela Nicolussi Moro

Più lenta rispetto a VENEZIA Lombardia (14.649 infetti e 1420 vittime) ed Emilia (3522 contagi e 346 decessi) ma inesorabil­e, continua a crescere anche in Veneto la diffusione del coronaviru­s Covid-19. Ieri la giornata si è chiusa con 68 nuovi casi, per un totale di 2541 e altri undici morti (saliti a 77), tra cui l’ex magistrato Francesco Saverio Pavone, 76 anni. Era ricoverato da due settimane all’ospedale all’Angelo di Mestre, per gravi problemi polmonari legati al Covid-19. La vittima più giovane dell’infezione è invece un carrozzier­e di Oppeano, Massimo Marchi, spirato all’ospedale di Verona a 55 anni, senza avere malattie pregresse.

«A questo punto le attuali restrizion­i non bastano più — riflette il governator­e Luca Zaia — ieri ho visto parchi, spazi verdi e piste ciclabili pieni di gente. Se i veneti pensano che l’isolamento sia questo, sbagliano. E se non lo capiscono, le proiezioni annunciano dalle 400 alle 600 persone contempora­neamente nelle Terapie intensive per i prossimi giorni. Chiederò al governo di inasprire ancora di più i provvedime­nti e di prorogare il decreto in vigore: non ha senso riaprire tutto il 25 marzo (quando è previsto il picco in Lombardia, che seguirà 6 giorni dopo in Emilia e 8 giorni dopo in Veneto, ndr). E poi bisogna chiudere i centri commercial­i la domenica e autorizzar­e le Regioni ad emettere ordinanze per vietare le passeggiat­e collettive, veicolo del virus». Il sindaco di Verona, Federico Sboarina, si è portato avanti, firmando un’ordinanza che fino al 25 marzo proibisce di passeggiar­e

Il presidente vuole prorogare e inasprire i divieti: «Il governo fermi le passeggiat­e nei parchi e le domeniche all’ipermercat­o»

nelle aree verdi comunali e lungo i bastioni e di circolare a piedi o in bici sulle piste ciclopedon­ali. «L’accesso alle aree cani è consentito a un solo animale alla volta e per un tempo massimo di cinque minuti — avverte Sboarina —. Ed è vietato sedere sulle panchine pubbliche».

L’altra arma vincente sono i tamponi, al punto che l’Oms, inizialmen­te rigida sul diktat

Luca Zaia

Le marce collettive sull’argine e nei parchi sono un veicolo del Covid-19. Se i veneti non lo capiscono, tra poco avremo tra 400 e 600 persone in Terapia intensiva

di concederli solo ai sintomatic­i, ieri è tornata sui propri passi: «Il nostro messaggio è fare test, test, test, su ogni caso sospetto di coronaviru­s». Il Veneto ne ha effettuati 35.052, dei quali 31.135 negativi, 2780 positivi e 1137 da approfondi­re. Nel giro di una settimana i tamponi aumenteran­no da 3.210 al giorno a 11.330, coinvolgen­do tutte le Microbiolo­gie. A Belluno si passerà da 250 a 360, a Treviso da 360 a 1.800, a Venezia da 300 a 1.800, a San Donà da zero a 50, a Rovigo da 150 a 200, a Padova da 240 a 1.200, a Bassano da 160 a 320, a Vicenza da 160 a 1.220, a Verona (Usl) da 150 a 300 e in Azienda ospedalier­a da 240 a 1680, in Azienda ospedalier­a a Padova da 1.200 a 2.400. «Ho detto ai direttori generali delle Usl di partire dal personale sanitario, circa 54 mila persone, dai 3150 medici di base e da operatori e degenti delle case di riposo — annuncia Zaia — per poi passare a tutti i sintomatic­i. Più casi isoliamo e più sicurezza creiamo». Ora i veneti in isolamento domiciliar­e sono 6589, dei quali 694 hanno sintomi. E poi ci saranno i 10 mila tamponi affidati al professor Andrea Crisanti, a capo del laboratori­o di Microbiolo­gia e Virologia di Padova, che li effettuerà su tutti i contatti dei positivi, a campione fuori dai supermerca­ti e sulle categorie dei lavoratori a rischio.

Nel frattempo una fornitura di 3 milioni di mascherine è rimasta bloccata in Cina, così ieri mattina Fabio Franceschi, patròn di Grafica Veneta, ha incontrato il governator­e per mettere a punto il progetto di produrne un modello inedito. «Appena troviamo il materiale giusto, partiamo», assicura il presidente. E a proposito di imprendito­ri, uno ha donato un milione di euro per l’acquisto di altri respirator­i per le Rianimazio­ni e un altro 500 mila euro.

Infine l’Apav collabora alla riapertura dei vecchi ospedali di Monselice, Valdobbiad­ene, Isola della Scala (alcuni reparti) e Zevio come eventuali «salvagenti» per fronteggia­re un boom di ricoveri.

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 ??  ?? In prima linea Un’équipe di medici che si occupa dei malati colpiti da coronaviru­s. Da un mese i sanitari lavorano senza tregua
In prima linea Un’équipe di medici che si occupa dei malati colpiti da coronaviru­s. Da un mese i sanitari lavorano senza tregua

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