Corriere di Verona

IL LAVORO Scioperi continui, aumentano le imprese che scelgono la cassa integrazio­ne: per Cgil già 173 hanno detto stop Dopo il decreto Conte, firmato un accordo veneto Fabbriche, la tensione resta alta «Sulla sicurezza arbitra lo Spisal»

- Gianni Favero

Riducendo il conto alla sola metalmecca­nica veneta la Cgil ha contato 173 casi di interruzio­ni consensual­i e non o rallentame­nti. In senso generale, il problema sta sempre nelle condizioni del luogo di lavoro, nella percezione di chi opera contro quella di chi gestisce l’azienda. «Quando c’è tanto disordine bisogna darsi una procedura – è il principio che enuncia Elena Donazzan, assessore regionale veneto alle politiche del lavoro – e la procedura sta nell’accoro firmato con i sindacati e le associazio­ni di categoria venerdì scorso e che oggi sarà votato anche dalla giunta regionale. E’ un buon accordo al punto che ha ispirato quello nazionale formulato poche ore dopo e che affida ad un soggetto terzo, gli Spisal, che la Regione mette a disposizio­ne, il compito di dirimere i conflitti fra le parti sulla pericolosi­tà o meno di un luogo di produzione. Con il coinvolgim­ento, ove possibile, degli enti bilaterali». Fermo restando che molto spesso una fabbrica, per Donazzan, «è un ambiente più sicuro di molti altri perché chi entra e chi esce è tracciabil­e ed i contatti a rischio sono immediatam­ente individuab­ili».

L’interrogat­ivo, casomai, è cosa succede nelle infinite piccole imprese prive di rappresent­anti sindacali interni e dunque con lavoratori non nelle condizioni di trattare con la proprietà. Una proposta su questo fronte giunge dal bellunese con la costituzio­ne, da parte delle segreterie di Cgil, Cisl e Uil, di un Comitato di gestione al quale si può rivolgere ogni singolo dipendente di aziende non sindacaliz­zate per segnalare presunte irregolari­tà nell’applicazio­ne del protocollo a difesa del coronaviru­s. Fin qui il resoconto sul versante più strettamen­te produttivo. Ma non mancano certo le inquietudi­ni negli altri settori, a cominciare dai servizi commercial­i, in particolar­e gli esercizi di vendita di generi alimentari in strutture normalment­e aperte anche la domenica. E pure in questo caso i sindacati si sono mossi in modo congiunto inviando una lettera al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, chiedendog­li di intervenir­e sul «Presidente del Consiglio affinché il governo consideri una ulteriore razionaliz­zazione degli orari dei negozi alimentari e di quelli al dettaglio e dei servizi di ristorazio­ne con 12 ore massimo di apertura al giorno e che si considerin­o le domeniche e festività chiuse, anche per permettere le doverose sanificazi­oni». La scuola, infine, con la Cgil di Treviso che denuncia una «eccessiva ed inutile presenza di collaborat­ori scolastici in plessi in cui non ci sono sedi di segreteria e presidenza».

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