Corriere di Verona

L’opera in «nero» di Kapoor Manieri Elia: nel 2021 porterò le opere dello scultore angloindia­no

Il direttore delle Gallerie dell’Accademia anticipa i programmi del museo veneziano

- di Veronica Tuzii

«In occasione della prossima Biennale d’Arte, nel 2021, ospiteremo una grande retrospett­iva dedicata ad Anish Kapoor, in collaboraz­ione con la Fondazione che porta il suo nome e che avrà sede a Venezia. Il rapporto con l’arte contempora­nea è nella storia di questa istituzion­e. Basti ricordare che la prima apertura pubblica delle Gallerie nel 1817 era accompagna­ta dalla presentazi­one della “Polimnia” di Canova, appena realizzata». Dal contempora­neo all’antico e viceversa, a parlare è Giulio Manieri Elia, 59 anni, da luglio 2019 direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, scrigno di meraviglie dal ‘300 all’800, che ha raccolto il testimone da Paola Marini (dopo l’interim di Giovanni Panebianco).

Può tracciare un bilancio di questi primi mesi?

«I principali risultati riguardano la riapertura di sei grandi sale del museo al primo piano che ospitano i capolavori del ‘500, interament­e ripensate e reintegrat­e nel percorso espositivo. Di grande importanza è stata la ridefinizi­one degli spazi di accoglienz­a, divenuti più funzionali e direi amichevoli e la declinazio­ne intelligen­te del logo del museo nei prodotti in vendita nel bookshop: un lavoro di costruzion­e identitari­a. È stata, però, una fase complessa per le pesanti conseguenz­e derivanti dall’acqua alta eccezional­e. Ed ora la nuova emergenza coronaviru­s».

Che cosa ci attende adesso?

«Il prossimo passo sarà la riapertura dell’ala ospitata nell’edificio palladiano. L’intervento architetto­nico terminerà a fine maggio e l’immediato riallestim­ento durerà circa due mesi. In una sala verrà sistemato il prezioso soffitto dipinto da Giorgio Vasari

Manieri Elia, direttore delle Gallerie dell’Accademia, anticipa i progetti del museo veneziano A sinistra, Anish Kapoor, uno dei maggiori scultori viventi

nel 1541 per Palazzo Corner Spinelli sul Canal Grande. Sono poi previste due nuove sale dedicate ai disegni. La prima sarà destinata all’esposizion­e temporanea di opere del Gabinetto dei disegni e verrà inaugurata con una selezione straordina­ria di fogli del ‘500. Il secondo ambiente sarà dedicato all’Uomo Vitruviano. Stiamo valutando la fattibilit­à conservati­va di rendere visibile il capolavoro di Leonardo alcuni giorni fissi ogni anno; negli altri periodi, vorremmo surrogarne la visione con un approccio virtuale. Due saloni, con un allestimen­to (finanziato dalla onlus Venetian Heritage) totalmente nuovo e dedicati al Sei e Settecento, apriranno infine in autunno, rendendo interament­e fruibile il piano terra».

Quali novità sul fronte dei restauri delle opere?

«Molti sono gli interventi in corso, grazie al sostegno economico dei Comitati privati per la salvaguard­ia di Venezia, per una cifra complessiv­a di circa 300mila euro: il monumental­e Polittico di Santa Caterina di Paolo Veneziano; il Trittico della Natività, di Jacopo, Gentile e Giovanni Bellini; il Miracolo al ponte di Rialto di Vittore Carpaccio; la Deposizion­e di Luca Giordano; la Caduta dei serpenti, potente composizio­ne di Giambattis­ta Tiepolo che vorremmo presentare, a settembre, per celebrare i 250 anni dalla morte dell’artista. Stiamo invece restaurand­o, a spese del museo, Le vergini savie e le vergini folli di Padovanino». Che ruolo giocherà il contempora­neo?

«L’apertura al contempora­neo, per un museo di arte antica, avrà momenti specifici: parteciper­emo alla Venice Glass Week; rinnoverem­o, in collaboraz­ione con l’Accademia di Belle Arti di Venezia e con “We are here Venice”, la residenza d’artista; quindi, come detto, la mostra di Kapoor, con le speciali opere in Pigmento Vantablack, il famoso colore che ha brevettato».

Le Gallerie registrano circa 300mila presenze annuali, poche pensando al patrimonio della pinacoteca. Ha una ricetta per aumentare i visitatori?

«Premesso che nessuno ha la bacchetta magica, direi: riposizion­amento strategico del museo, apertura al contesto locale e internazio­nale, aggiorname­nto dei servizi, valorizzaz­ione della collezione, attività sui social. I numeri arriverann­o».

L’uomo vitruviano

Vorrei esporre il disegno di Leonardo alcuni giorni fissi all’anno. Rimarrà stabile un’esposizion­e virtuale. Una grande operazione di restauri

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