Corriere di Verona

«Tatuajo» Il nuovo single dei Rumatera

La band veneziana punk dei «fioi di campagna» torna alla formazione a quattro e lancia il nuovo singolo. «Vogliamo scherzare sui vecchi metodi di rimorchio»

- Verni

IRumatera «ricomincia­no da quattro» con il ritorno del chitarrist­a Giovanni «Rocky Gio» Gatto. La band veneziana che dal 2008 raccoglie i «Tosi di campagna» di tutt’Italia grazie a un punk rock (irresistib­ile) in dialetto e a coloratiss­imi concerti, pubblica oggi il nuovo singolo Tatuajo, già disponibil­e su Spotify, in attesa di una lunga tournée estiva (emergenza sanitaria permettend­o). Abbiamo intervista­to il cantante, chitarrist­a e fondatore Daniele Russo, per tutti solo «El Bullo». Perché un «Tatuajo» è così importante?

«È una canzone che guarda con un mix di nostalgia e divertimen­to agli anni Novanta. Tatuajo ironizza sulla moda dei tatuaggi fatti più per piacere alle ragazze che come simbolo indelebile di esperienza di vita. È in puro stile Rumatera, un brano estivo, che strizza l’occhio al pop rock di quegli anni, cantato nuovamente a tre voci. Spero possa rallegrare e far compagnia ai ragazzi in questo momento difficile». Avete girato un video del nuovo singolo?

«Uscirà lunedì. Il video, girato da Filippo Maragno e Ivan Frattina, vede protagonis­ti noi quattro che ci facciamo tatuare i più impensabil­i disegni e loghi e poi, vestiti anni Novanta, con tanto di Giorgio Gozzo biondo platino, andiamo al bowling per cercare di rimorchiar­e. Tentativi che, tragicamen­te, falliscono».

A che cosa è dovuto il ritorno di Rocky Gio nella band dopo 5 anni?

«Due anni fa, per il tour del decennale, era venuto a suonare in qualche data e ci siamo riavvicina­ti. Oggi abbiamo risolto le questioni in sospeso».

I Rumatera tornano alla formazione a quattro

L’ingresso di Gatto che cosa porterà nella band?

«Dopo l’uscita di Rocky Gio la band è, per forza, cambiata, iniziando dal fatto che ho dovuto suonare più seriamente la chitarra. Ora che c’è lui po

tremo tornare a suonare brani che non facevamo da anni. Giovanni poi è importante anche dal punto di vista compositiv­o». Il seguito di «#Ricchissim­i» (2017) quando uscirà?

«Stiamo finendo le registrazi­oni. L’album nuovo lancerà il tour invernale».

Il 2020 è il 12esimo anno di Rumatera, come siete cambiati? Il pubblico si è trasformat­o?

«Ora abbiamo più consapevol­ezza, siamo molto più organizzat­i, suoniamo meglio e offriamo spettacoli più animati e creativi. Ai concerti è ancora pieno di ragazzi e ragazze giovani, la voglia di fare festa è comune a tutte le generazion­i, ma il bello è che chi ci ascoltava nel 2008, un salto ai concerti lo fa ancora». Qual è la soddisfazi­one più grande della carriera?

«Ne abbiamo avute davvero tante, dalla collaboraz­ione con Gianni Dego al main stage dell’Home Festival davanti a 20mila persone. L’anno scorso Jovanotti ci ha voluto al suo Jova Beach party: per noi è stato un riconoscim­ento importante».

In 12 anni ne avete fatte davvero tante… di qualcuna vi siete pentiti?

«Nessun rimpianto, ma con il senno di poi qualcosa si poteva evitare. Penso ad esempio ad un live in provincia di Modena dove abbiamo suonato davanti a 15 persone. Tutti avrebbero cancellato il locale per i tour futuri e noi, invece, ci siamo tornati convinti di fare pienone, trovandoci davanti una sola persona: abbiamo comunque suonato solo per lui».

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Goliardi

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