«Basta litigi fra gli scienziati»
Mantoan: «Cerchino insieme le soluzioni». E sulle cure annuncia il via libera al siero cinese, test a Padova
VENEZIA «Bisogna che gli scienziati facciano gli studiosi, cerchino insieme di fornire soluzioni cliniche ai medici in prima linea. È ora di finirla di veder litigare in tv virologi e ricercatori, solo dal confronto di idee nascono le soluzioni migliori». Così il presidente dell’Aifa, Domenico Mantoan.
È in prima linea da un VENEZIA mese come direttore generale della Sanità del Veneto ma anche come presidente dell’Agenzia italiana del farmaco. E proprio in questa seconda veste Domenico Mantoan lancia un appello agli scienziati: «Negli ultimi mesi sono andati in televisione a dire tutto e il contrario di tutto. All’inizio il coronavirus Covid-19 è stato sottovalutato e capisco che lo stiamo conoscendo tutti in corso d’opera, è una brutta bestia e non è affatto un’influenza, ma qualcosa di molto più grave. Però la base della scienza moderna, come insegna Galileo, è l’osservazione. Non siamo aristotelici, l’insegnamento di Galileo impone attenzione, silenzio e meditazione, che è esattamente il contrario di quanto messo in atto finora dagli esperti».
Cosa dovrebbero fare?
«Stare in laboratorio, studiare il virus e confrontarsi tra loro, perché uno può avere un’intuizione, un altro una soluzione diversa, che messe insieme aiuterebbero la politica ad affrontare una situazione mai vista dal 1945. Le guerre, le carestie e le epidemie cambiano la storia del mondo. Il Covid-19 è un piccolo virus che esiste solo se riesce a replicarsi nelle cellule degli esseri umani, eppure sta cambiando la storia. Ci ha fatto capire quanto siamo deboli, ha messo sotto stress interi Paesi e in crisi i Sistemi sanitari globali, ha bloccato l’economia. L’Italia conta oltre 400 morti al giorno, una guerra. In Veneto ci sono 1.200 pazienti ricoverati, un intero ospedale».
Come se ne esce?
«Bisogna che gli scienziati facciano gli studiosi, cerchino insieme di fornire soluzioni cliniche ai medici in prima linea e indicazioni precise alla politica, che deve prendere decisioni su base scientifica, le uniche davvero efficaci. Basta con le liti in tv tra virologi e ricercatori, solo dal confronto di idee nascono le migliori strategie. Forse bisognerebbe essere un po’ più umili».
Iniziano a mancare i farmaci. Come procede Aifa?
«È vero, ci stiamo rubando farmaci, mascherine e attrezzature tra Stati. In Aifa opera un’Unità di crisi coordinata dal nostro dg, Nicola Magrini, che riceve dalle Regioni le segnalazioni dei farmaci di cui sono carenti e le aiuta a reperirli. E poi abbiamo autorizzato l’importazione da altri Paesi di quelli che mancano, per esempio l’Idrossiclorochina, antimalarico efficace anche contro il Covid-19. Arriverà dal Pakistan e dall’India».
L’Italia non produce nulla?
«Poco, comunque Aifa ha autorizzato l’aumento della produzione locale, anche di farmaci che le aziende italiane finora non potevano mettere sul mercato. Mancano curaro e l’anestetico Propofol per i pazienti delle Terapie intensive, per esempio. Se ne consumano grandi quantità».
Manca pure l’ossigeno?
«La pandemia ha messo in crisi le farmacie ospedaliere. Stiamo autorizzando una produzione aggiuntiva, il trasporto e lo stoccaggio di ossigeno, liquido e gassoso. Non manca, ma i degenti delle Terapie intensive colpiti da coronavirus ne consumano una quantità 30-50 volte maggiore rispetto agli altri malati».
E poi ci sono le sperimentazioni dei nuovi farmaci.
«Aifa ha dato il via libera a quelle del Remdesivir, già usato contro Ebola e che vede coinvolti cinque ospedali tra cui il policlinico di Padova, e del Tocilizumab, nato per la cura dell’artrite reumatoide. A quest’ultimo studio, coordinato dall’Istituto Pascale di Napoli, partecipano 281 centri italiani, per un totale di 411 pazienti arruolati. Il Veneto è coinvolto con 20 ospedali: gli hub dei sette capoluoghi, i Covid Hospital di Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Schiavonia, Santorso, Villafranca, gli spoke di Feltre, Mirano, Legnago, Bassano, il “Don Calabria” di Negrar e la clinica convenzionata di Peschiera. In tutto 41 pazienti. Tra 15 giorni dovremmo avere i primi risultati e tra dieci l’esito della sperimentazione del Remdesivir». È stato necessario il nullaosta dei comitati etici?
«No, l’ultimo decreto del governo affida la decisione sugli studi sperimentali inerenti il Covid-19 solo alla Commissione tecnico-scientifica di Aifa, che si appoggia unicamente al comitato etico dell’Istituto Spallanzani di Roma. Così in 24 ore è partito il protocollo Tocilizumab».
Aifa ha autorizzato la terapia con il plasma dei malati guariti?
«Lo ha fatto l’Istituto superiore di Sanità, ma solo per gli ospedali di Pavia e Padova».
Domenico Mantoan
Gli studiosi devono confrontarsi e fornire soluzioni alla politica. In Veneto due sperimentazioni. Ok dell’Iss alla terapia col sangue dei guariti