Corriere di Verona

Dopo Vinitaly città in ansia per l’Arena

Sboarina: «Nessuna città dipende dalla sua Fondazione come noi, chiederò trattament­o speciale» In campo l’idea di posticipar­e di un mese l’avvio

- Di Matteo Sorio

Dopo il rinvio di Vinitaly ci si interroga sulla stagione lirica. Il sindaco Sboarina valuta «ogni ipotesi per salvarla» , mentre gli operatori economici sono preoccupat­i.

Emergenza assoluta anche per l’Arena di Verona. Il consiglio d’indirizzo della Fondazione lirica si è riunito sabato scorso, ma ogni giorno il sindaco si tiene in contatto con la sovrintend­ente Cecilia Gasdia e il direttore generale Gianfranco De Cesaris. Ed è lo stesso Sboarina a spiegare che «si sta valutando ogni ipotesi per salvare la stagione estiva».

Il sindaco parla della «sofferta» decisione di annullare il Vinitaly di quest’anno, rinviandol­o al 2021, ma aggiunge che «il Festival lirico è una cosa diversa visto che, a differenza di una rassegna fieristica, si può anche decidere di farlo iniziare qualche giorno o qualche settimana più tardi, a seconda di come si evolverà la situazione». Detto questo, Sboarina ricorda che «rispetto a tutte le altre Fondazioni liriche, l’Arena ha due peculiarit­à che in questo periodo si rivelano purtroppo negative: noi infatti – spiega – abbiamo un teatro da 13.500 posti, mentre gli altri ne hanno mille o duemila, e viviamo soprattutt­o grazie alla vendita dei biglietti e al flusso turistico. Inoltre – aggiunge – il cuore della stagione è per noi il periodo estivo: gli altri teatri erano arrivati quasi a fine stagione, mentre per noi il periodo di spettacoli è alle porte». Sboarina sottolinea infine che «nessun’altra Fondazione ha un impatto sull’economia della città neanche lontanamen­te paragonabi­le alla nostra». Su questa base, il sindaco annuncia che andrà prossimame­nte «in modo pesantissi­mo a chiedere che Verona abbia dal governo un trattament­o particolar­e e diverso rispetto a tutte le altre Fondazioni liriche».

Sullo stesso tema interviene anche l’ex sindaco Flavio

Tosi, assieme ai consiglier­i delle liste a lui collegate (Fare e Lista Tosi) suggerendo «di considerar­e un Festival posticipat­o di un mese o più, con riduzione del numero di recite previste ed eventualme­nte con una serie di sconti speciali anche sui biglietti». I tosiani aggiungono di condivider­e «la necessità di un intervento straordina­rio da parte dello Stato, perché i costi fissi dell’ente areniano sono ingenti e sarà inevitabil­e un danno milionario a causa dell’attuale emergenza. Suggeriamo questa ipotesi – concludono - perché riuscire a tenere la stagione, anche in forma ridotta, rappresent­erebbe un segnale forte di ripresa e di ritorno alla normalità, sia per Verona che per tutta Italia e, anche per questo motivo, bisognerà che Stato, Regione e la nostra Amministra­zione si impegnino a sostenere la ripartenza».

Sul fronte sindacale, intanto, sono continuati anche ieri i contatti per tornare a rapporti più distesi, dopo la forte irritazion­e espressa da Cgil, Cisl, Uilm e Cisal, come abbiamo scritto ieri, dopo che i vertici della Fondazione avevano chiesto, senza avvertire i lavoratori e i loro rappresent­anti, di ottenere il Fis (l’equivalent­e della Cassa Integrazio­ne) per i lavoratori. I sindacati chiedono il ritiro del provvedime­nto e di discutere in videoconfe­renza, «non soltanto di questo spiacevole episodio ma anche delle prospettiv­e per la prossima stagione estiva».

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 ??  ?? Strategici Vinitaly e stagione lirica sono i due principali eventi per indotto e richiamo internazio­nale per Verona. Perderli entrambi sarebbe una doppia mazzata
Strategici Vinitaly e stagione lirica sono i due principali eventi per indotto e richiamo internazio­nale per Verona. Perderli entrambi sarebbe una doppia mazzata

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