Verona in cima ai pensieri della Regione
Il «cluster veronese» continua a essere in cima alle preoccupazioni dei vertici regionali. Soprattutto dopo i dati arrivati ieri mattina su morti e contagi.
Il «cluster veronese» continua a essere in cima alle preoccupazioni dei vertici regionali. Soprattutto dopo i dati arrivati ieri mattina che, a fronte di un calo nel fine settimana e lunedì, hanno visto una forte ripresa, con 81 nuovi casi scoperti dai laboratori di microbiologia in soli dodici ore. Numeri ancora troppo alti che non si discostano dalla scorsa settimana, quella che ha visto l’esplosione dell’epidemia anche nella provincia scaligera, territorio che in un primo momento era stato toccato meno da Covid 19.
«Siamo molto preoccupati del focolaio veronese — ha ribadito ieri il presidente della Regione, Luca Zaia, nel consueto punto stampa dalla sede della protezione civile di Marghera — Verona è stata inizialmente una “Cenerentola” rispetto ai contagi, oggi paga lo scotto con della contiguità con aree come il Bresciano. Abbiamo rinforzato la squadra anche sull’emergenza-urgenza e si stanno allestendo postazioni di terapia intensiva oltre ogni misura. Speriamo di allestirle per nulla». A fine giornata, con il secondo bollettino, molto più clemente (solamente 8 nuovi casi), Verona ha contato 89 nuovi tamponi positivi: un balletto di cifre che dipende anche molto dalle tempistiche tecniche.
Cinque i morti nel corso delle ventiquattr’ore: uno all’ospedale di Borgo Trento, uno a Legnago e tre al Sacro Cuore - Don Calabria di Negrar. Le vittime totale salgono così a quota 52. In generale, i casi totali in provincia sono 1.236, con 3.220 persone in isolamento domiciliare. Nei soli ospedali cittadini sono ricoverate ora 177 persone, di cui 120 in area non critica e 57 in terapia intensiva. Riempito in pochi giorni l’ospedale Covid di Villafranca, pensato per 140 pazienti: ora ne ha 107 in area non critica e 14 in terapia intensiva. Cinquantuno i pazienti a Legnago (di cui otto in terapia intensiva), 58 a Negrar (7 in terapia intensiva), 29 alla clinica Pederzoli di Peschiera (nove in terapia intensiva), cinque a San Bonifacio (un paziente in terapia intensiva). Un centinaio le persone guarite, 64 già dimesse dall’azienda ospedaliera. E sul fronte territoriale, continua a preoccupare, la situazione in città, ma anche sul Garda, dove c’è il maggior numero di persone positive al nuovo coronavirus rispetto alla popolazione. Sotto osservazione le case di riposo. Dopo il focolaio individuato a Lazise, preoccupa il caso di Villa Bartolomea, dove alla casa di riposo «Maria Gasparini» 27 ospiti su 35 sono risultati positivi al test del tampone. Assieme a loro, anche due operatori.
Focolaio Zaia ha ribadito di essere molto preoccupato per Verona. I contagi sono saliti a 1.236, con 52 vittime: cinque solo ieri