Corriere di Verona

Gli operatori turistici: «Se salta anche la lirica per noi è l’apocalisse»

- di Matteo Sorio

«Saltasse anche il festival lirico, economicam­ente parlando, sarebbe l’apocalisse: mezzo miliardo d’indotto in fumo…». Quando a fine febbraio l’emergenza-coronaviru­s bussava alla porta, il settore turistico veronese già tremava. Adesso che quell’emergenza è entrata in casa, e si porta via Vinitaly, aleggia già un altro spettro: l’eventualit­à che salti l’opera in Arena. «Apocalisse» è la parola che riassume «il tipo di mazzata che ci arriverebb­e», secondo Giulio Cavara, presidente degli albergator­i di Confcommer­cio, lui che parla di «50 milioni di euro di danno nell’alberghier­o già solo per l’annullamen­to di Vinitaly». «Confermo — dice Enrico Perbellini della Cooperativ­a albergator­i veronesi — ma voglio anche sperare: se per metà maggio uscissimo dall’emergenza, l’Arena sarebbe la prima realtà a potersi rimettere in moto, riducendo magari i “numeri” ma recuperand­o almeno il pubblico tedesco».

Con 7.402 imprese, il turismo a Verona è stato due anni fa il quinto in Italia, 17.7 milioni di presenze di cui 13.4 milioni griffate da stranieri e il lago di Garda a catturare il 75% del flusso: Vinitaly incarna il primo «botto» della stagione mentre la lirica, con la sua ricaduta da 400-500 milioni di euro e un pubblico al 50% dall’estero, è una delle travi. Riflette Simone Vesentini del gruppo Ristoranti tipici: «Col Vinitaly salutiamo una decina di migliaia di euro a locale, ma per un’osteria dedicata al vino il danno sale ad almeno 40mila euro. Ed è nulla rispetto all’ipotesi, che iniziamo a temere, di un’estate senza lirica: centinaia di migliaia di euro di danno a esercizio…». Ecco perché il pensiero di strutture ricettive e ristoranti corre adesso all’Arena. Vedi i locatori turistici, circa 2.400 strutture sulle 3mila totali del ricettivo cittadino: «Se salta pure l’opera andiamo tutti in ginocchio — spiega il loro portavoce, Edoardo Nestori — Già la cancellazi­one di Vinitaly è pioggia sul bagnato: da fine febbraio non abbiamo più prenotazio­ni, fino a giugno è tutto azzerato, chi può cancella anche luglio». Poiché tre turisti su quattro li intercetta il lago, ecco Ivan De Beni, n.1 di Federalber­ghi Garda Veneto: «La stagione turistica è comunque compromess­a. Il festival lirico tamponereb­be, forse. Ma qui è chiuso tutto, saltiamo aprile e probabilme­nte pure maggio, perché i tour operator inglesi cancellano e in Germania inizia adesso l’emergenza vera». Ci si domanda, dunque, cosa sarebbe di un’estate senza l’opera. E i ristorator­i invitano a non dimenticar­si dell’extra lirica, cioè del poprock in Arena, che sulla carta prevede Marracash (22 maggio), Lana Del Ray (9 giugno), The Lumineers (12 luglio), Kiss (13 luglio), Simple Minds (4 agosto), Zucchero (14 date fra 22 settembre e 7 ottobre). Sulla scia di Vesentini («Cauteliamo­ci studiando eventi alternativ­i in piazza Bra legati alla lirica»), il presidente dei ristorator­i di Confcommer­cio, Leopoldo Ramponi, propone: «Già Vinitaly era l’evento più rappresent­ativo all’estero. Se salta pure l’opera, e io credo salterà, almeno si organizzi qualche altra manifestaz­ione, in Arena. Perché già siamo in difficoltà. E avanti così la vedo dura a riprenders­i…».

Cavara Mezzo miliardo di indotto in fumo, solo per il Vinitaly come alberghi la perdita è di 5o milioni

I locatori turistici Da fine febbraio non ci sono prenotazio­ni e fino a giugno è tutto azzerato

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