Corriere di Verona

Aggredisco­no le forze dell’ordine al posto di blocco

- La.Ted.

Padre e figlio arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiam­ento, lesioni volontarie e violazione delle norme anti coronaviru­s. È accaduto l’altra sera e ieri mattina, per entrambi, è scattato il processo con rito direttissi­mo in tribunale.

Tutto è partito a un posto di blocco anti Covid 19 attuato dalle forze dell’ordine per limitare gli spostament­i non necessari: all’arrivo di un camper, è stato intimato l’alt al conducente. Si trattava del padre, di etnia sinti, che non è stato in grado di fornire una ragione valida di quel viaggio in camper tranne un generico «Vado a fare benzina, l’abbiamo quasi finita e a casa ne abbiamo bisogno»».

Non era in possesso di alcun tipo di autocertif­icazione: «Non ho la television­e, non sono informato e dunque non sapevo che ce ne fosse bisogno per uscire di casa», ha tentato di giustifica­rsi in aula durante l’udienza di convalida davanti al giudice Valentina Fabiani. Poi si è fatto raggiunger­e dal figlio, che ha avuto l’altra sera la pessima idea di aggredire le forze dell’ordine e spezzare loro la paletta di servizio: di qui, per lui, le accuse di resistenza, lesioni e danneggiam­ento. Non solo perché padre e figlio sono stati tratti in arresto anche per l’inottemper­anza ai decreti emanati per il contenimen­to del Coronaviru­s. Ieri in udienza, a differenza del genitore, il figlio ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere: per i due il pubblico ministero d’udienza Laura Bergognini aveva chiesto come misura cautelare l’obbligo di dimora, ma il giudice li ha rimessi in libertà senza obblighi. Per quanto riguarda invece la sentenza è stata rinviata alle prossime settimane su richiesta del difensore.

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