«Se salgono i casi richiudiamo»
Report del Comitato scientifico nazionale: immune solo l’1,5% dei veneti. La Regione annuncia 30 mila tamponi al giorno entro l’estate Zaia: ricoveri e Terapie intensive i due dati cruciali. Variati: le stime ci danno ragione, forzare la mano apre ai ris
Riaprire tutto porterebbe a un nuovo picco dell’epidemia. Lo rivelano le linee guida del Comitato scientifico nazionale, alla base dell’ultimo decreto Conte. Zaia: «Se superiamo una certa soglia di ricoveri in Malattie infettive e nelle Terapie intensive, torniamo al lockdown». Variati: «Il virus non si sconfigge con le proteste, ma con la scienza, che ci dà ragione: forzare la mano è un rischio».
«Riaprire le scuole innescherebbe una nuova e rapida crescita dell’epidemia di Covid-19, che potrebbe portare allo sforamento del numero di letti in Terapia intensiva (in Veneto sono 829, ndr). La riapertura dei settori edile e manifatturiero avrebbe un impatto minimale sulla trasmissibilità dell’infezione, mentre il riavvio delle attività commerciali e di ristorazione indurrebbe un aumento dei contatti che potrebbe innescare nuove epidemie». Tutto a ciò a fronte di un misero 1,5% di veneti immuni al coronavirus, contro il 3% rilevato in Lombardia e in Emilia Romagna, sempre poca cosa rispetto alla soglia del 60% necessaria a raggiungere l’immunità di gregge, cioè la copertura dalla malattia anche per i soggetti più deboli.
Lo rivela la relazione del Comitato scientifico nazionale, alla base dell’ultimo, contestato, decreto del premier Giuseppe Conte. Secondo il dossier, se l’adozione diffusa dei dispositivi di protezione individuale riducesse la trasmissibilità del virus del 15%, la riapertura del settore commerciale potrebbe permettere un contenimento della malattia sotto la soglia epidemica solo riuscendo a limitare il contagio tra gli over 60. Se invece mascherina, guanti e distanza sociale contenessero la diffusione del virus del 25%, la ripresa di commercio e ristorazione non indurrebbe nuovi picchi solo limitando l’infezione negli over 65. Insomma, la simulazione di 100 epidemie e della fine del lockdown al 4 maggio suggerisce agli scienziati che «una riduzione del 20% dei contatti rilevanti per i contagi potrebbe contenerli sotto la soglia critica».
Il modello tiene conto dei contatti sociali a diverse età e a casa, scuola, al lavoro, durante l’utilizzo dei trasporti pubblici, nel tempo libero, oltre al rischio di esposizione stimato per diverse categorie professionali. Tutto ciò partendo dai dati forniti dalla piattaforma Google, che riscontra un abbassamento del 90% nella mobilità in Italia in seguito all’insorgenza dell’epidemia. «Il rapporto del Comitato tecnico scientifico è impressionante — riflette Achille Variati, sottosegretario all’Interno — gli esperti hanno calcolato che se riaprissimo tutte le attività subito, scuole comprese, ci potremmo trovare già a giugno con 150mila ricoverati gravi. E potrebbero arrivare a oltre 400mila per la fine dell’anno. Forzare la mano può portare a un ritorno ancora più virulento dell’infezione, basta guardare agli altri Paesi più colpiti per rendersi conto che la prudenza è la parola d’ordine». Quanto alle proteste (artigiani in piazza a Vicenza, parrucchieri, estetiste, ristoratori e baristi in delegazione nella sede dell’Unità di crisi regionale a Marghera martedì e ieri, acconciatori incatenati a Padova), Variati avverte: «Non batteremo il virus con i proclami, gridandogli contro. Lo faremo solo con la scienza, con i dati e con la responsabilità politica di fare sintesi tra la tutela della salute pubblica e la ripartenza sociale ed economica. L’esasperazione è un effetto comprensibile di settimane di sacrifici e privazioni ma non è la ricetta per risolvere la crisi. Nelle ultime 48 ore Conte è stato sommerso da critiche accesissime, si è invocata la riapertura di tutte le attività subito. Ma la scienza parla chiaro».
E sulla possibile recrudescenza del Covid-19, che nel Veneto ha colpito per il 57% le donne, torna pure il governatore Luca Zaia: «Il virus non se n’è andato, il pericolo di re-infezioni e nuovi focolai è reale. Stiamo lavorando per fissare una soglia-sentinella di ricoveri in Malattie infettive e nelle Terapie intensive: se lo raggiungiamo, si torna al lockdown. Non ci sono alternative, non vorrei che qualcuno pensasse che è finita. Dobbiamo affrontare le riaperture con prudenza e tutte le accortezze del caso, mascherina per prima». La Regione sta inoltre predisponendo un piano che per la fine dell’estate porterà ai 30 mila tamponi al giorno.
Nel giro di 15-20 giorni, intanto, partirà un nuovo campionamento sugli ospedalieri e su operatori e ospiti delle case di riposo.
Achille Variati «Non si sconfigge il virus con i proclami, ma con scienza, prudenza e razionalità»