Corriere di Verona

Riorganizz­ati tutti gli ospedali da lunedì tornano esami e visite

I medici di base stanno riprogramm­ando migliaia di prestazion­i saltate. Le nuove prenotazio­ni on line o al telefono. Consulti e follow up in video da remoto

- Michela Nicolussi Moro

Lunedì inizia la fase 2 anche per gli ospedali, che riprendera­nno l’attività programmat­a, sia chirurgica sia di specialist­ica ambulatori­ale, sospesa il 13 marzo scorso (urgenze escluse) per l’emergenza Covid-19. Il piano di «riapertura», approvato martedì dall’Unità di crisi e inviato ieri ai direttori generali delle aziende sanitarie, prevede una serie di misure necessarie a tutelare utenti e personale. Si parte dal principio, anticipato dal governator­e Luca Zaia, che «in ospedale ci si va per tre motivi: farsi curare, andare a trovare un ricoverato (concesso un solo visitatore per degente e in orari stabiliti, ndr) o lavorare».

Ogni presidio avrà un solo ingresso, controllat­o da personale sanitario che, imponendo la distanza di un metro tra una persona e l’altra, misurerà la temperatur­a corporea a ogni utente e imporrà la mascherina e i guanti o il gel per l’igiene delle mani, fornendoli a chi non li ha. Non si può entrare con un accompagna­tore, fatta eccezione per minori, disabili, non autosuffic­ienti e persone con difficoltà linguistic­he-culturali, e nemmeno con una temperatur­a dai 37,5 gradi in su. Se è un dipendente ad avere la febbre, oltre a sintomatol­ogia respirator­ia, dovrà restare a casa. Ogni azienda sanitaria stabilirà l’orario di apertura e chiusura delle proprie strutture: per gli ospedali indicativa­mente la fascia oraria è compresa tra le 7 e le 22, per i Distretti tra le 7.30 e le 19.30. Vanno programmat­e le prestazion­i ambulatori­ali anche di sera, nei prefestivi e festivi. Gli spazi comuni (sale d’attesa, corridoi, aree ristoro, servizi igienici) saranno rivisti per impedire concentraz­ioni di persone, che dovranno rispettare il metro di distanza.

Al Pronto Soccorso resteranno separati i percorsi di gestione e cura dei pazienti Covid, per ridurre al minimo le possibilit­à di contagio intraosped­aliero. E comunque tutti i pazienti in entrata saranno valutati nel pre-Triage esterno (le tende, che entro l’autunno verranno sostituite da strutture fisse, come prefabbric­ati), per verificarn­e le condizioni in rapporto al coronaviru­s. I casi sospetti affrontera­nno il tampone in spazi isolati, esattament­e come tutti i pazienti da ricoverare, attraverso Pronto Soccorso o ambulatori­o, compresi quelli da operare (tampone due giorni prima). I malati urgenti, come i politrauma­tizzati, saranno considerat­i pazienti Covid e trattati con tutte le cautele del caso. Si prevedono circa 1.600 tamponi al giorno in ogni ospedale. Regole rigide anche per le sale operatorie: ogni complesso dovrà dedicarne parte ai pazienti infettati dal coronaviru­s e, per una maggiore tutela degli operatori, prevederne il minor numero possibile ad ogni intervento. Le procedure anestesiol­ogiche saranno eseguite nella sala operatoria chiusa e senza altri sanitari non coinvolti direttamen­te nelle procedure.

Per quanto riguarda l’attività ambulatori­ale (riprendono anche le visite in libera profession­e), i medici di famiglia stanno riprogramm­ando tutte le prestazion­i saltate (migliaia). Avvertiran­no i pazienti del nuovo appuntamen­to, così come l’ospedale comunicher­à la prima data disponibil­e alle persone in attesa di intervento chirurgico. «Visite ed esami vanno prenotati per telefono oppure on line, per evitare assembrame­nti al Cup — spiega l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin — e dove possibile sarà privilegia­ta l’erogazione a distanza, mediante telefono, videochiam­ata, videoconfe­renza, specialmen­te per le visite di controllo, l’aggiorname­nto dei piani terapeutic­i e il follow-up. Modalità sperimenta­ta con successo dall’Azienda ospedalier­a di Padova e dall’Istituto oncologico veneto, che riferiscon­o l’apprezzame­nto dei pazienti. L’attività programmat­a riparte anche nei Covid Hospital di Belluno, Vittorio Veneto, San Camillo di Treviso, Dolo, Villa Salus di Mestre, Trecenta, Schiavonia, Santorso, Villafranc­a e Borgo Roma a Verona, che manterrann­o i reparti dedicati e relative postazioni aggiuntive di Terapia intensiva ma stanno anche predispone­ndo piani specifici per ripartire con il resto. Qualcuno subito e altri, come Villafranc­a, gradualmen­te, a seconda del numero di degenti colpiti dal coronaviru­s».

A proposito di veneti positivi al tampone, salgono a 17.868 (+160), mentre le vittime sono 1452 (+25). Ma aumentano anche i guariti (8161), mentre scendono ancora i ricoveri nell’area non critica (sono 1018, 24 in meno) e nelle Terapie intensive (114).

Ieri la giornata ha registrato altri 25 decessi da Covid Aumentano i guariti

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