Riorganizzati tutti gli ospedali da lunedì tornano esami e visite
I medici di base stanno riprogrammando migliaia di prestazioni saltate. Le nuove prenotazioni on line o al telefono. Consulti e follow up in video da remoto
Lunedì inizia la fase 2 anche per gli ospedali, che riprenderanno l’attività programmata, sia chirurgica sia di specialistica ambulatoriale, sospesa il 13 marzo scorso (urgenze escluse) per l’emergenza Covid-19. Il piano di «riapertura», approvato martedì dall’Unità di crisi e inviato ieri ai direttori generali delle aziende sanitarie, prevede una serie di misure necessarie a tutelare utenti e personale. Si parte dal principio, anticipato dal governatore Luca Zaia, che «in ospedale ci si va per tre motivi: farsi curare, andare a trovare un ricoverato (concesso un solo visitatore per degente e in orari stabiliti, ndr) o lavorare».
Ogni presidio avrà un solo ingresso, controllato da personale sanitario che, imponendo la distanza di un metro tra una persona e l’altra, misurerà la temperatura corporea a ogni utente e imporrà la mascherina e i guanti o il gel per l’igiene delle mani, fornendoli a chi non li ha. Non si può entrare con un accompagnatore, fatta eccezione per minori, disabili, non autosufficienti e persone con difficoltà linguistiche-culturali, e nemmeno con una temperatura dai 37,5 gradi in su. Se è un dipendente ad avere la febbre, oltre a sintomatologia respiratoria, dovrà restare a casa. Ogni azienda sanitaria stabilirà l’orario di apertura e chiusura delle proprie strutture: per gli ospedali indicativamente la fascia oraria è compresa tra le 7 e le 22, per i Distretti tra le 7.30 e le 19.30. Vanno programmate le prestazioni ambulatoriali anche di sera, nei prefestivi e festivi. Gli spazi comuni (sale d’attesa, corridoi, aree ristoro, servizi igienici) saranno rivisti per impedire concentrazioni di persone, che dovranno rispettare il metro di distanza.
Al Pronto Soccorso resteranno separati i percorsi di gestione e cura dei pazienti Covid, per ridurre al minimo le possibilità di contagio intraospedaliero. E comunque tutti i pazienti in entrata saranno valutati nel pre-Triage esterno (le tende, che entro l’autunno verranno sostituite da strutture fisse, come prefabbricati), per verificarne le condizioni in rapporto al coronavirus. I casi sospetti affronteranno il tampone in spazi isolati, esattamente come tutti i pazienti da ricoverare, attraverso Pronto Soccorso o ambulatorio, compresi quelli da operare (tampone due giorni prima). I malati urgenti, come i politraumatizzati, saranno considerati pazienti Covid e trattati con tutte le cautele del caso. Si prevedono circa 1.600 tamponi al giorno in ogni ospedale. Regole rigide anche per le sale operatorie: ogni complesso dovrà dedicarne parte ai pazienti infettati dal coronavirus e, per una maggiore tutela degli operatori, prevederne il minor numero possibile ad ogni intervento. Le procedure anestesiologiche saranno eseguite nella sala operatoria chiusa e senza altri sanitari non coinvolti direttamente nelle procedure.
Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale (riprendono anche le visite in libera professione), i medici di famiglia stanno riprogrammando tutte le prestazioni saltate (migliaia). Avvertiranno i pazienti del nuovo appuntamento, così come l’ospedale comunicherà la prima data disponibile alle persone in attesa di intervento chirurgico. «Visite ed esami vanno prenotati per telefono oppure on line, per evitare assembramenti al Cup — spiega l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin — e dove possibile sarà privilegiata l’erogazione a distanza, mediante telefono, videochiamata, videoconferenza, specialmente per le visite di controllo, l’aggiornamento dei piani terapeutici e il follow-up. Modalità sperimentata con successo dall’Azienda ospedaliera di Padova e dall’Istituto oncologico veneto, che riferiscono l’apprezzamento dei pazienti. L’attività programmata riparte anche nei Covid Hospital di Belluno, Vittorio Veneto, San Camillo di Treviso, Dolo, Villa Salus di Mestre, Trecenta, Schiavonia, Santorso, Villafranca e Borgo Roma a Verona, che manterranno i reparti dedicati e relative postazioni aggiuntive di Terapia intensiva ma stanno anche predisponendo piani specifici per ripartire con il resto. Qualcuno subito e altri, come Villafranca, gradualmente, a seconda del numero di degenti colpiti dal coronavirus».
A proposito di veneti positivi al tampone, salgono a 17.868 (+160), mentre le vittime sono 1452 (+25). Ma aumentano anche i guariti (8161), mentre scendono ancora i ricoveri nell’area non critica (sono 1018, 24 in meno) e nelle Terapie intensive (114).
Ieri la giornata ha registrato altri 25 decessi da Covid Aumentano i guariti