Malati oncologici e Covid: parte lo studio sulle ripercussioni
Sono tra le persone a maggior rischio contagio. E, allo stesso tempo, quelle che rischiano di più. Molti pazienti oncologici hanno dovuto continuare a recarsi negli ospedali in piena pandemia per continuare i cicli di terapia, in particolare chemio e radio, nonostante gli ospedali abbiano fatto di tutto per ridurre gli accessi, seguendo d’altronde le indicazioni delle istituzioni internazionali. E, d’altro canto, anche gli appuntamenti saltati coi propri medici di fiducia, oltre che le prestazioni ospedaliere fisiologicamente in calo, potrebbero aver originato l’impressione di essere meno seguiti. Con ricadute mediche, certamente, ma anche psicologiche. Ora le strutture sanitarie di Verona hanno avviato uno studio che andrà proprio a indagare questo tipo di problematiche, valutando l’impatto del coronavirus sullo stato emotivo dei pazienti. Lo studio si chiama «Oncovid» ed è promosso dal dipartimento di Oncologia medica dell’azienda ospedaliera e dal dipartimento di Oncologia dell’Usl. «Si tratta di un’iniziativa importante per capire quali sono le ripercussioni della pandemia a livello emotivo e psicologico sui pazienti oncologici, che sono tra le categorie più a rischio in caso di contagio», commenta Andrea Bonetti, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Usl. Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico per la Sperimentazione Clinica delle Province di Verona e Rovigo e si basa sulla somministrazione ai pazienti oncologici che accedono ai day hospital per terapie mediche di un questionario elaborato da un team multidisciplinare costituito da medici oncologi, psicologi, e infermiere. «Attraverso tale questionario – spiega il professor Michele Milella, direttore del dipartimento di oncologia medica universitaria dell’Ospedale di Borgo Roma - lo studio intende rilevare le percezioni, le opinioni e le strategie di resilienza dei pazienti oncologici. Diventa importante per noi poter rilevare quanto la pandemia in corso possa incidere sul loro stato psicologico, allo scopo di rispondere in modo adeguato ai loro bisogni, anche con appropriati strumenti organizzativi». Da inizio pandemia gli studiosi veronesi hanno dedicato una particolare attenzione agli aspetti psicologici, non solo per quanto riguarda i pazienti, ma anche per gli operatori sanitari: università e azienda ospedaliera stanno lavorando a uno studio per prevenire ricadute da stress in infermieri e medici.