Atv: «Impraticabile la distanza di un metro» Piano bis alla Regione
«Rischiamo 30 milioni di passeggeri in meno all’anno»
Imperativo: convivere con il virus. Anche nell’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico. E così ieri Atv ha mostrato all’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti due modelli di sistemi che ha predisposto per rispettare il distanziamento sociale.
C’è quello fedele al Dpcm che sarà in vigore dal 4 maggio, quindi con i passeggeri disposti a un metro di distanza uno dall’altro, e quello alternativo che fissa il distanziamento a 70 centimetri, per il quale però serve un ordinanza in deroga della Regione che non venga poi impugnata dal governo. Ordinanza che Atv chiede espressamente prima della riapertura delle scuole a settembre, perché ritiene la distanza di un metro insostenibile sia economicamente che sul piano pratico dell’assorbimento dei flussi di passeggeri: «E’ impraticabile – conferma Massimo Bettarello, presidente di Atv – con un metro di distanza potremmo trasportare solo 9 passeggeri su 97 nei bus urbani (compresi quelli in piedi) e 19 su 54 nell’extraurbano. Significa perdere l’85% di capacità di trasporto, 30 milioni di persone in proiezione annua. Così abbiamo studiato l’ipotesi dei 70 centimetri, che oggi ho voluto mostrare proprio all’assessore regionale De Berti perché volevo che verificasse di persona. Un’ipotesi che non viola le norme perché i 70 centimetri sono già previsti in altri settori, e che è fattibile e sicura con alcuni accorgimenti».
Bettarello li elenca: ventilazione con lo spegnimento dell’impianto centrale di climatizzazione e l’apertura costante dei finestrini, oltre a guanti e mascherine obbligatorie, igienizzazione delle mani e sanificazioni continue dei mezzi. Con 70 centimetri di distanziamento, dice Bettarello, «nell’extraurbano otterremmo condizioni accettabili perché raggiungeremmo 27 posti disponibili su 54, quindi il 50% di capienza, sull’urbano saliremmo a 19 posti utilizzabili su 97». Atv non si aspetta dalla Regione un via libera in tempi immediati, ma certamente ragionevoli in vista della riapertura delle scuole a settembre. Bettarello è chiaro: «In questi giorni, con le scuole chiuse e una fetta di lavoratori in smart working, abbiamo numeri bassi e riusciamo a gestirci anche con il metro di distanza. Da lunedì poi, viste le parziali riaperture, monitoreremo i nuovi dati, ma è a settembre che la situazione sarà molto diversa e dobbiamo organizzarci e sapere per tempo con quale modello potremo operare, sopratutto riguardo al trasporto extraurbano che assorbe gran parte del carico di studenti. Alle condizioni dell’attuale Dpcm difficilmente potremmo reggerlo, auspico che le autorità sanitarie, governo e Regione possano confrontarsi e darci il via libera per il distanziamento a 70 centimetri».
La De Berti porterà le istanze di Atv a Palazzo Balbi, in Regione: «Capiamo bene che solo poter trasportare 9 persone su 97 nell’urbano è insostenibile. Sia chiaro, qualsiasi scelta e modalità adotteremo sarà stata certificata come sicura per i cittadini. E nella sicurezza vogliamo garantire un sistema di trasporto funzionale, ma questo dipenderà anche dall’organizzazione del mondo scolastico». Al proposito «farà la differenza ridurre il numero di studenti che utilizzano i bus, quindi si potrebbero suddividere le classi tra didattica in aula e a distanza, altrimenti il sistema dei trasporti rischia di implodere o comunque di non far fronte alla domanda». Non irrilevante poi è la questione economica, trattandosi di introiti pubblici che incidono sul bilancio regionale: «Il 50% del nostro budget trasporti – continua la De Berti – deriva da incassi da tariffa e nel 2020 abbiamo già preventivato un buco di bilancio che andrà dai 150 ai 200 milioni di euro, stima che tiene conto di una ripresa dell’utilizzo del mezzo pubblico».