Bianco, l’informatico veronese che ha svelato la cronistoria del decreto
È una costante dei tanti decreti che si sono rincorsi negli ultimi giorni, siano ordinanze regionali, siano i famigerati Dpcm, quelli emanati dal presidente del consiglio dei ministri. Prima di arrivare sulle pagine dei giornali, prima di essere divulgati da fonti ufficiali, girano di telefonino in telefonino, spesso in file che, fin dal nome, evidenziano numerosi rimaneggiamenti: estensioni (.doc, .pdf) che si ripetono più e più volte a seconda del numero di salvataggi. Ma l’ultimo provvedimento, quello che ha cominciato a circolare la sera di domenica 26 aprile ha regalato agli «addetti ai lavori», qualche emozione in più. Il motivo? All’interno del file, un documento word, si possono leggere le modifiche, svelando la «cronistoria» che ha portato alla stesura definitiva. Se n’è accorto un informatico veronese, Giovanni Matteo Bianco, ex vicesindaco di Sona, che prontamente ha svelato i retroscena nel suo blog (www.gianmichelebianco.com). Il risultato? Quarantatré revisioni del testo su 9579 parole, divise in venti pagine e 770 righe. Per compilarle tutte sono stati necessari 450 minuti, ossia sette ore e mezza. Da «cacciatore di informazioni», Bianco è stato in grado di individuare, anche l’autore di molte modifiche: il nome riportato è quello di Filippo Izzo. Tra le persone che collaborano con l’esecutivo, si chiama così il primo referendario della Corte dei Conti, già nella commissione per il Ponte Morandi: potrebbe trattarsi di lui, ma il condizionale è d’obbligo. Tra le varie correzioni che si sono succedute, l’obbligo per chi ha più di 37,5 di temperatura corporea di rimanere«presso la propria abitazione» (prima era solo raccomandato), fino all’inserimento del numero massimo di quindici persone per assistere ai funerali. In una prima bozza, inoltre, continuavano a rimanere sospese le sessioni di allenamento da parte degli atleti in impianti sportivi, passaggio in seguito stralciato. Anche i tempi necessari per la stesura testimoniano una certa «fatica» nel portare a termine l’atto amministrativo. L’ora in cui si sono visti il numero maggiore di «rimaneggiamenti» sono le 20 di sabato 25 aprile, mentre l’ultima, definitiva, modifica, è datata domenica alle 18.43.
Meno di due ore dopo, il premier Giuseppe Conte sarebbe comparso in tv per la conferenza stampa. Insomma, un «parto» non facile, frutto di compromessi. Certo, nulla cambia nel merito dei provvedimenti, ma è facile supporre che queste informazioni non avrebbero dovuto uscire della cabina di regia dell’esecutivo. «Sono stato spinto dalla curiosità». Spiega così Bianco la sua «scoperta». «Sono un cittadino che come tutti sta seguendo le scelte della politica in questa fase estremamente delicata. E sono informatico di formazione e per lavoro. Sono uno dei tantissimi utilizzatori di Word, forse con qualche consapevolezza in più. Non tutti sanno che questo programma mostra la cronologia delle revisioni, se non si sceglie di nasconderla. E mi ha sorpreso non poco la scelta di diffondere un documento che mostra questi retroscena. Con un normale pdf non sarebbe successo».