Corriere di Verona

Come può esser dolce giocare d’estate Tuffo nei ricordi da Macchi a Bagnoli

Il Verona al caldo di fine giugno sfiorò due volte la vittoria in Coppa Italia

- Matteo Fontana

C’era Bruno Martino che cantava «Odio l’estate». Era il 1960 e l’Italia si affacciava sull’epoca del boom economico. Adesso, invece, il Paese lotta con il coronaviru­s e il calcio aspetta la bella stagione, auspicando il ritorno in campo. Il caldo, le serate che non paiono finire mai, le vacanze, i gelati e i bar all’aperto. Il pallone estivo, a giugno e luglio, è quello, talvolta, dei Mondiali o degli Europei e, sempre, dei sogni di mercato, dei ritiri e delle prime amichevoli in montagna. Eppure, tra campionato, spareggi e Coppa Italia, non sono mancati i precedenti di gare con i punti in palio, le vittorie che decidono i destini di un’annata, che incoronano i trionfator­i o opprimono gli sconfitti.

Quante volte è successo anche al Verona, in passato. Tra gli anni Settanta e Ottanta, proprio la Coppa Italia aveva la coda a giugno. Ci sono ricordi bellissimi che sfumano nel rimpianto — come un amore balneare rivissuto quando il tempo è passato — e che dicono di tre finali raggiunte e perse. Nel 1976, il 26 giugno l’Hellas batté per 2-0 l’Inter al Bentegodi: autorete di Galbiati, gol di Emiliano Macchi, ala di ricambio di quella squadra, nella partita di chiusura, e decisiva, della fase a gironi. Tutti a Roma, all’Olimpico, per l’ultima sfida, tre giorni dopo, con il Napoli.

A 15’ dal termine è 0-0, allo scadere è un «kaputt», 4-0 rovinoso.

I tifosi gialloblù erano scesi in tanti per inseguire la Coppa e rivivere l’estasi di un anno prima. Sempre 26 giugno, Terni: il Verona è in B e spareggia per la promozione con il Catanzaro. Caldo feroce. Paolo «Pantofola» Mazzanti segna il gol del vantaggio per l’Hellas, è festa grande con invasione di campo. Ah già, la Coppa Italia. Sono i favolosi anni Ottanta, il Verona dell’età dell’oro di Osvaldo Bagnoli. Dunque, 1983: cavalcata per approdare in finale, di fronte la Juventus, vittoria per 2-0 al Bentegodi. Ritorno a Torino, il 22 giugno. Paolo Rossi la sblocca presto, Michel Platini bissa. Supplement­ari, rigori in vista. Su uno degli ultimi palloni della partita, Platini aggancia il tiro che manda in frantumi le speranze del Verona. Un anno dopo, con la Roma, la beffa non sarà così atroce, ma sempre di sconfitta si parla: dopo l’1-1 in casa, l’1-0 fuori, il solito 26 giugno.

Ma l’alba dell’estate, per l’Hellas, significa anche il playout vinto con la Reggina nel 2001, con Mike Cossato a siglare il «Granillazo» che valse la salvezza, e il burrone della C1 in cui cadde il 21 giugno del 2007, con lo 0-0 con lo Spezia che lo spinse a fondo dopo che, in gara 1, aveva perso per 2-1. E, in Lega Pro, i duelli di fuoco per salire in B: il tonfo con il Pescara, nel 2010, e l’infiammato, esaltante e vincente doppio scontro con la Salernitan­a, un anno dopo. E il campionato? Nel 1989 si prolungò, per calendario, fino al 25 giugno, congedo per il Verona con un 3-0 incassato al Comunale con la Juventus. Adesso, chissà. Aveva ragione Bruno Martino: «Tornerà un altro inverno/Cadranno mille petali di rose/La neve coprirà tutte le cose/E forse un po’ di pace tornerà».

Su uno degli ultimi palloni, Platini aggancia il tiro che manda in frantumi le speranze del Verona: è il 22 giugno ‘83, gara di ritorno della finale di Coppa Italia

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Sorpresa Max Kumbulla è stato uno dei giocatori rivelazion­e della serie A aiutando il Verona a raggiunger­e la zona Europa in classifica (LaPresse)
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Tecnico Osvaldo Bagnoli ai tempi del Verona negli anni Ottanta

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