I tedeschi stanno già ritornando sul Garda
Pochi controlli alla frontiera, si ripopolano le seconde case. L’appello di un residente di Bardolino: «Vogliamo far tutto a norma di legge»
I tedeschi stanno tornando sul Garda. Sono i numerosi proprietari delle seconde case: ogni paese ne conta qualche centinaio.
Le voce circola da qualche giorno, tra gli albergatori che si chiedono quando e come potranno riaprire e tra i commercianti che, come molti altri «colleghi» in altre località, hanno messo in piedi una protesta «distanziata» sul lungolago, segnalando come il loro lavoro sia, ora più che mai a rischio. In questi primi giorni di fase due, oltre a chi sta studiando come ripartire, nei comuni rivieraschi c’è anche qualcun altro. Si è visto dalle targhe delle macchine, da case a lungo abbandonate che sono tornate a essere vissute. Detto in altri termini: i tedeschi stanno tornando sul Garda.
Sono i numerosi proprietari delle seconde case: ogni paese ne conta qualche centinaio e gli spostamenti si sono fatti notare. Quanti sono? Marco Romano, italotedesco che risiede a Bardolino, azzarda un 25% rispetto alla norma del periodo. «Alcuni hanno trascorso la quarantena qui — spiega — altri stanno tornando in questi giorni».
La situazione non è delle più facili. Capire le normative in vigore, nella selva dei Dpcm e dei decreti locali è difficile per gli stessi italiani, figuriamoci per chi non parla la lingua. «In Germania — prosegue Romano — si sa che in Italia ci sono regole più stringenti, come riduzioni alla mobilità, ma quello che si teme di più è l’obbligo di quarantena». Giusto: in linea teorica chi arriva dall’estero dovrebbe rimanere a casa per quindici giorni. Del resto, molti dei cittadini tedeschi arrivati — fa sapere sempre Romano — stanno arrangiando come possono, facendosi consegnare il cibo a casa, mentre impiegano questi giorni nella manutenzione. Chi è arrivato assicura che non ha avuto problemi alla frontiera: i controlli sono pochi, avvengono soprattutto in Austria, e gli austriaci sono più attenti con chi entra nei loro confini rispetto a quanti escono. «Ma vogliamo fare le cose nel rispetto della legge», assicura Romano, che ha presentato un documento che propone vari step per il ritorno. «Penso che sia nostro diritto ritornare a usare le case per cui paghiamo l’Imu».
L’altra faccia delle medaglia è che, in un momento in cui si teme per il turismo, la «passione» per i tedeschi per il Garda non si è spenta. «La Germania — conclude Romano — sta facendo accordi con alcuni Paesi, tra cui la Croazia, per consentire arrivi e partenze a scopo turistico. Come cittadino ho scritto al ministero perché un’intesa simile sia presa anche con la Regione Veneto».
Conferma le difficoltà anche un altro cittadino tedesco che vive stabilmente sul Garda, Thilo Weimar, di professione fotografo. «Io non me ne sono mai andato — spiega — ma so per certo che molte persone che vorrebbero tornare sono disorientate: tra questi anche miei conoscenti, che se ne sono andati proprio prima del lockdown. Tutti tornerebbero volentieri, la voglia non manca».