Giak: «Il calcio riparta, il buon senso c’è» Chievo, Giaccherini primo ad allenarsi a Veronello: «Ho lavorato tanto per la A, io ci spero»
Un pensiero alla Germania. «Il “sì” della Merkel alla Bundesliga? Come riapri le aziende penso si possa riaprire anche il calcio. Con tutti i protocolli, sicurezza. E buon senso: quello della responsabilità, gli italiani, hanno dimostrato di averlo».
Il massimo campionato tedesco riparte a metà mese. Qui, da quando c’è il via libera del governo agli allenamenti individuali nelle strutture sportive, Emanuele Giaccherini è stato il primo giocatore del Chievo a lavorare in solitaria sul campo di Veronello. «Finora ci sono andato due volte. Arrivi già cambiato, scendi dalla macchina, vai in campo a correre, risali in auto e torni a casa». Tra i primi a imitarlo, Leverbe: «Giak» in una metà campo, il difensore francese nell’altra. Rispetto a
Leverbe, 23 anni, Giaccherini è uno dei senatori gialloblù, 35 candeline martedì scorso, due scudetti con la Juventus (2012, 2013), ventinove partite in Nazionale fra 2012 e 2016: maglia Chievo, per lui, dal febbraio 2018, cinquantotto partite, dieci gol, cinque assist. Che un calciatore abbia voglia di ritrovare il campo, di questi tempi, non è solo un fatto sentimentale. «C’è la voglia di correre sul campo anche per un fatto “tecnico”, vedi le articolazioni. Prima delle restrizioni correvo al parco dell’Adige, poi ho lavorato col tapis roulant, quando c’è stato l’ok a qualche corsa per strada. Per la salute delle gambe chiaramente è meglio il campo, anche perché nei parchi il terreno non è ideale, qualche sasso lo trovi e per le caviglie non è il massimo. Uso ancora le scarpe ginniche, anche a Veronello. Abbiamo un programma attuale da svolgere fino a metà maggio».
Programma stilato dal preparatore atletico, Daniele Sorbello, che è a Veronello, con l’allenatore del Chievo, Alfredo Aglietti, anche se non ci sono contatti con chi va ad allenarsi individualmente. Per adesso il calcio italiano si regola così. Aspettando quella data, lunedì 18, che segnerebva
be la ripresa degli allenamenti di squadra. Un passaggio ulteriore che, tuttavia, non è detto porti a una ripartenza del campionato. Tutto è ancora incerto e i calciatori aspettano. «Come la vedo? Credo — risponde Giaccherini — che aspettare che tutto si azzeri,
a partire dai contagi, significhi aspettare ancora un anno. Dopodiché, ogni decisione che verrà presa, l’accetteremo». Se si ripartisse, il Chievo ricomincerebbe dal suo ottavo posto, in B, dieci gare da giocare, -8 dal Crotone secondo in classifica. DiceAlfredo Aglietti al Corriere di Verona, tre settimane fa, che «se si riparte i ritmi non saranno elevati quindi le squadre con una qualità tecnica un po’ superiore avranno un vantaggio: nel Chievo di qualità ce n’è».
Una qualità incarnata soprattutto da Giaccherini, lo dice la carriera fin qui, lo dicono le giocate fatte vedere con i colori del club della Diga. Riflette il vice campione europeo 2012: «Se si riparte noi saremmo pronti perché abbiamo seguito alla lettera il programma atletico. All’inizio immagino un lavoro legato soprattutto alla brillantezza fisica. Una partita ogni trequattro giorni, quindi presumo tanto turnover. Sarei favorevole all’ipotesi dei 5 cambi, di cui s’è parlato. Per il resto io l’ho sempre detto, voglio tornare in serie A: durante il lockdown ho lavorato forte per essere pronto a cercare quell’obiettivo».
Protocolli e sicurezza Come sono state fatte riaprire le aziende penso si possa fare anche per il calcio, con responsabilità