Corriere di Verona

Strage di giovani dopo la fine del lockdown

L’ultimo incidente fatale domenica sera, vittima un 28enne. «Serve più attenzione»

- Francesco Sergio

Sono numeri scioccanti quelli degli incidenti stradali mortali verificati­si nel Veronese con l’inizio della fase 2 della crisi sanitaria da Coronaviru­s. Quattro le croci piantate sull’asfalto in appena dieci giorni. Una vera e propria strage che ha coinvolto tutti ragazzi sotto i 35 anni.

Sono numeri scioccanti quelli degli incidenti mortali verificati­si nel Veronese con l’inizio della fase 2 della crisi sanitaria da Coronaviru­s. Quattro le croci piantate sulle strade in appena dieci giorni. Una vera e propria strage che ha coinvolto tutti ragazzi sotto i 35 anni. L’ultimo a perdere la vita alla guida del proprio mezzo è stato Marco D’Agostino, 28enne di origine calabrese dipendente di Supermerca­ti Tosano, finito domenica contro una siepe a lato della strada in località Fagnano a Trevenzuol­o, dopo aver perso il controllo della sua Fiat 600, che si è ribaltata sbalzandol­o all’esterno. Con lui, c’era anche una ragazza 20enne trasportat­a dai soccorrito­ri del 118 in gravi condizioni all’ospedale di Brescia.

La strage dei giovani è iniziata l’8 maggio, giorno delle prime riaperture dopo i due mesi di confinamen­to. A Monteforte d’Alpone, sulla provincial­e 17, è morto Sebastiano Zandonà, cuoco 27enne residente a Montecchia di Crosara. Tornava a casa dal lavoro in moto, quando si è scontrato con un camion all’incrocio con via dell’Artigianat­o venendo investito da un’auto. Due giorni dopo, a San Vito di Legnago, la morte si è presa Martina Medas, di Orti di Bonavigo, la più giovane delle quattro vittime. Studentess­a di 18 anni al quarto anno di Sala all’alberghier­o dell’Istituto profession­ale Giuseppe Medici di Legnago stava viaggiando in moto in via San Vito con il fidanzato – tuttora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Borgo Trento -, quando all’altezza di una curva non avrebbero visto una bicicletta colpendola e schiantand­osi contro la ringhiera di una casa. Era in sella alla sua moto anche l’ultima vittima di questi dieci giorni neri sulle strade. Andrea Scarpin, 34enne di San Massimo, stava procedendo sulla Gardesana verso Garda, quando al confine con Bardolino si è scontrato con un’auto morendo sul colpo. La fidanzata, S.S., residente in centro a Verona, che era con lui, è tutt’ora ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale di Borgo Trento.

Il ritorno degli incidenti sulle strade, dopo le restrizion­i per contenere e contrastar­e il contagio da Covd-19, era ciò che temevano le forze dell’ordine, e che purtroppo si è verificato. «La gente si è disabituat­a a guidare – afferma il comandante della polizia stradale, Girolamo Lacquaniti Serve attenzione: bisogna non distrarsi con il cellulare e controllar­e gli specchiett­i. Ora – aggiunge - con la bella stagione escono anche gli utenti più deboli, come le moto. Ci sono tutti gli elementi per la tempesta perfetta». «Dopo quasi tre mesi di permanenza a casa, i conducenti potrebbero aver perso l’attenzione», gli fa eco il comandante provincial­e dei carabinier­i, Pietro Carrozza. «Sono sconvolta. Non si possono leggere queste cose. Sono vicinissim­a alle famiglie - dice Patrizia Pisi, vicepresid­ente dell’Associazio­ne Vittime della Strada - Appena siamo usciti di nuovo è successo il disastro. Ricordiamo­ci che sulla strada si muore. Bisogna mettersi una mano sulla coscienza e stare tutti attenti alla guida».

Laquaniti Disabituat­i a guidare e il ritorno delle moto col bel tempo, tempesta perfetta

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 ??  ?? L’ultima vittima Marco D’Agostino
L’ultima vittima Marco D’Agostino
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Da sinistra Sebastiano Zandonà, 27 anni; Martina Medas, 18 anni; Andrea Scarpin, 24 anni: sono i tre ragazzi veronesi morti in altrettant­i incidenti negli ultimi dieci giorni
I volti Da sinistra Sebastiano Zandonà, 27 anni; Martina Medas, 18 anni; Andrea Scarpin, 24 anni: sono i tre ragazzi veronesi morti in altrettant­i incidenti negli ultimi dieci giorni

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