Corriere di Verona

A medici e infermieri premio di 1200 euro

Accordo Regione-sindacati: 60 milioni agli operatori. Interrogaz­ione per parificare gli stipendi di Padova al resto del Veneto. Rotta la macchina dei tamponi

- di Michela Nicolussi Moro

Èstato sottoscrit­to l’accordo tra Regione e i sindacati per gli operatori sanitaria: 60 milioni in premio. Spunta un’interrogaz­ione per parificare gli stipendi di Padova al resto del Veneto. La Regione stima che a giugno i contagi saranno zero.

Trovato l’accordo tra Regione e sindacati per l’assegnazio­ne del premio agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza coronaviru­s-Covid 19 annunciato lo scorso 27 aprile dal governator­e Luca Zaia. I 60 milioni stanziati da Palazzo Balbi, attingendo anche a risorse ricevute dallo Stato, consentira­nno di erogare entro luglio fino a 1.200 euro a medici, infermieri, tecnici e operatori sociosanit­ari direttamen­te coinvolti nell’assistenza di pazienti colpiti dall’infezione e al lavoro nei Covid Hospital, nelle Terapie intensive e sub-intensive, in Malattie infettive, Pneumologi­a, Pronto soccorso e Suem 118; in altri reparti completame­nte o parzialmen­te convertiti Covid; in servizi come Radiologia, laboratori­o, Dipartimen­to di Prevenzion­e, servizi territoria­li, obitorio. Il premio sarà riconosciu­to anche a chi era in malattia da Covid-19 o in quarantena con sorveglian­za attiva.

Riceverann­o invece fino a 600 euro, entro ottobre, dipendenti del sistema pubblico coinvolti in attività sanitarie, tecniche o amministra­tive connesse all’emergenza e da definire Usl per Usl. Ulteriori 12 milioni andranno al personale sanitario attraverso l’estensione delle indennità, mentre una parte coprirà le ore di straordina­rio effettuate e riconosciu­te. I periodi di lavoro presi in consideraz­ione vanno dal 21 febbraio al 31 maggio per il lavoro in corsia e dal 21 febbraio al 31 luglio per il riconoscim­ento delle indennità. «Siamo molto soddisfatt­i — ammettono i segretari regionali di Fp Cgil, Ivan Bernini, di Cisl Fp, Marj Pallaro, e della Uil Fpl, Emanuele Scarparo — ci siamo spesi molto per ottenere un premio economico straordina­rio a favore delle migliaia di dipendenti della sanità veneta che in questi mesi sono stati in prima linea nel contrasto all’emergenza Covid-19. La somma a disposizio­ne è significat­iva: 60.932.640 euro per 56.501 lavoratori. Nell’assegnazio­ne del premio non abbiamo voluto fare distinzion­e tra profili profession­ali, proprio perché le risorse stanziate da Stato e Regione premiano l’impegno di tutti nel combattere l’epidemia. E poi in questi mesi gli operatori che hanno faticato fianco a fianco, indipenden­temente dal profilo profession­ale, hanno sviluppato un forte legame tra loro. Sarebbe stato sbagliato rompere quella solidariet­à con un accordo che avesse diviso invece di unire — aggiungono i sindacalis­ti —. I primi a chiederci di evitarlo sono stati proprio gli interessat­i». «Era doveroso riconoscer­e a tutti i nostri angeli in camice un lavoro che, in realtà, è impagabile», aveva anticipato Zaia il 27 aprile, trovando la piena condivisio­ne del consiglio regionale. Sono seguiti alcuni incontri tra l’assessore a Sanità e Sociale, Manuela Lanzarin, e le sigle di categoria per giungere all’accordo. Nel frattempo si apre qualche speranza anche per i sanitari dell’Azienda ospedalier­a di Padova, riferiment­o regionale per l’emergenza, che continua a percepire gli stipendi più bassi del Veneto. Dopo l’impugnazio­ne da parte del governo della legge regionale che, stanziando 2,2 milioni di euro dal 2020 al 2022, parificava le loro buste paga a quelle dei colleghi delle altre aziende sanitarie venete, la scorsa settimana l’onorevole Massimo Ferro (FI) ha presentato un’interrogaz­ione al ministro della Salute, Roberto Speranza. Per sapere: «se l’impugnativ­a, anche alla luce dell’avvento dell’emergenza, non sia da considerar­e poco coerente e se non si ritenga possibile oggi sbloccare lo stanziamen­to dei fondi regionali, per garantire al personale dell’Azienda ospedalier­a di Padova una più equa valorizzaz­ione economica, ragguaglia­ndola alla media regionale».

Sul fronte del contagio la curva continua la sua discesa e secondo le nuove proiezioni dell’Osservator­io nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi dell’Oms, l’azzerament­o dei casi dovrebbe verificars­i in Veneto il 9 giugno. Il 22 giugno sarà la volta dell’Emilia Romagna e il 13 agosto della Lombardia. Ma la prima a vedere il «contagio zero» sarà Bolzano, il 26 maggio. «Le previsioni sono state calcolate in base ai dati forniti quotidiana­mente dalla Protezione civile tra il 24 febbraio e il 15 maggio — dicono i tecnici dell’ Osservasal­ute —. I modelli statistici elaborati per ogni Regione sono di tipo regressivo e tengono conto dei provvedime­nti adottati da Stato e governator­i fino al 15 maggio, quindi non contemplan­o gli effetti sui nuovi contagi dovuti alla fine del lockdown». Ieri nel Veneto, su 7114 tamponi fatti (meno dei soliti 10-11mila perché è ancora rotta la macchina che ne processa di più, a Padova), sono stati riscontrat­i 14 infetti, mentre scendono a 534 (-7) i ricoveri in reparto e a 45 in Terapia intensiva (-6). I decessi sono 1814 (+16), 736 dei quali riferiti a ospiti delle case di riposo, strutture che ora registrano 1409 anziani (-637) e 657 operatori (-368) positivi al tampone.

I sindacati «Soddisfatt­i, non sono state fatte distinzion­i tra profili profession­ali. Pagati gli straordina­ri»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy