Il governo ha dato il via libera Pronta «l’ordinanza bambini»
Polemiche sull’obbligo di mascherina e le relative multe. Zaia: «Tra due settimane lo togliamo se l’epidemia continua a calare»
Intesa con l’Emilia Dopo Trento e il Friuli Venezia Giulia, accordo per i famigliari che vivono a cavallo del confine
Cultura Esclusa dal Dpcm continua a destare forti dubbi nei servizi di prevenzione. Cinema, teatri, centri sociali sono un rischio
Luna park e sagre Si lavora anche alla riapertura di parchi divertimento, luna park, giostre, sagre e manifestazioni
Parchi, asili e centri estivi: ok alle regole Da 0 a 14 anni si apre entro il 1° giugno
L’ordinanza è annunciata dal governatore Luca Zaia «in settimana» e dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo a tante mamme, tanti papà e tanti nonni. Stiamo parlando del provvedimento che riaprirà i servizi per i bambini da 0 a 14 anni, dopo un tira-emolla che va avanti dalla scorsa settimana e ad oggi ha portato ad un nulla di fatto. Giovedì scorso era stato infatti lo stesso Zaia a dirsi pronto a riaprire «da lunedì» (e cioè ieri) asili, scuole materne, centri estivi, campi scuola, Grest e fattorie didattiche. «Servizi ricreativi, non educativi - aveva subito precisato l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, per evitare conflitti col ministero dell’Istruzione -. Non stiamo parlando di lezioni ma di sostegno e assistenza alle famiglie alla luce del perdurare della chiusura delle scuole e del ritorno dei genitori al lavoro». Come il
Corriere del Veneto aveva sottolineato, la riapertura era però subordinata ad un esplicito via libera da parte del governo nel Dpcm sulla «Fase 2», via libera che non c’era nel testo varato venerdì sera, quando fu proprio la Regione a comunicare a malincuore lo stralcio dell’argomento bambini, e che è invece ricomparso nel testo definitivo poi firmato domenica dal premier Giuseppe Conte, seppur limitatamente alla fascia 3-14 anni, con esclusione quindi dei bimbi in età da asilo nido.
«Il fatto che il Dpcm preveda espressamente i servizi per i bambini tra le attività da riaprire ci dà la copertura necessaria per firmare la relativa ordinanza, che attende solo alcune limature visto che le linee guida erano già pronte la scorsa settimana» ha spiegato ieri Zaia. Il protocollo di sicurezza era stato redatto insieme agli attori del settore, dalla Fism ad Assonido, ed è stato poi assorbito dalle linee guida condivise da tutte le Regioni: rapporto tra personale e minori 1:5 da 0-6 anni e 1:10 da 614 anni, disinfezione dei giochi, favorita l’attività all’aperto, mascherine per il personale e possibilmente per bambini sopra i 6 anni, ingressi su turni, rilevazione della temperatura per tutti, scarpe «dedicate» disinfettate ogni giorno, ripetuti «lavaggi mani», dispenser con gel igienizzanti, saponi disinfettanti, accessi al bagno contingentati. Novità che avevano spaventato gli addetti ai lavori, al punto che molti ritenevano impossibile la riapertura per via dei costi insostenibili, ma Lanzarin promette aiuti (giusto ieri ha fatto approvare una delibera con 4,5 milioni extra per nidi e materne paritarie) anche attingendo al Fondo per la famiglia finanziato dall’ultimo decreto con 150 milioni.
«Le novità sono due per il Veneto rispetto al Dpcm - ha sintetizzato Zaia - la prima è che apriremo i servizi per i bambini già lunedì 25 maggio, al più tardi il 1° giugno, e non il 15 giugno come previsto a livello nazionale; la seconda è che apriremo anche i servizi 0-3 anni, non previsti nel provvedimento del governo». Nell’ordinanza in questione, dedicata ai bambini, troverà posto anche la riapertura delle aree gioco nei parchi e nei giardini pubblici, che ad oggi sono (o meglio, dovrebbero essere) inaccessibili.
Sembra di capire che di qui in avanti quasi ogni giorno porterà con sé una nuova ordinanza, perché sempre ieri ne sono state annunciate sul Trasporto pubblico locale («In linea con le precedenti»), su sagre e manifestazioni («Non più di mille persone però»), su parchi divertimenti, giostre e luna park («Attrazioni complementari alla nostra offerta turistica»), sulla cultura anche se «in questo caso stiamo stuvia diando perché il Dpcm non prevede alcunché ed anche il nostro Dipartimento di prevenzione è scettico, specie per quel che riguarda i locali al chiuso come cinema, teatri, centri sociali» ha ammesso Zaia.
C’è poi il tema della «mascherina obbligatoria sempre», prevista solo qui e nel vicino Friuli Venezia Giulia (nel resto d’Italia è richiesta solo quando si entra in un locale chiuso o ci si ferma a parlare con qualcuno), che sta facendo arrabbiare molti, anche per della sanzione, da 400 a 3.000 euro. «Premesso che le multe sono stabilite dal Dpcm - è sbottato il governatore, visibilmente infastidito - io mi chiedo che comunità vogliamo essere: vogliamo essere responsabili? Vogliamo evitare di richiudere tutto? In Veneto stiamo riaprendo tutto ciò che è possibile riaprire ma dobbiamo farlo in sicurezza. Ci giochiamo il futuro, lo ribadisco. Questa ordinanza scade il 1° giugno: se per allora i dati epidemiologici saranno positivi, allora potremo valutare di togliere l’obbligo della mascherina. Vedremo».
Infine, dopo gli accordi firmati con Provincia di Trento e Friuli Venezia Giulia, il Veneto ne firmerà uno anche con l’Emilia Romagna, sempre limitatamente agli incontri tra famigliari che vivono a cavallo del confine.
Allo Stato resta il potere di intervenire quando si esce dal seminato, come in Calabria o a Bolzano. Le liti a notte fonda? Una sana dialettica, come in Germania