Lago, il collettore accelera. Progetto entro giugno
Il progetto definitivo entro giugno. Gli ecologisti: il ministro sia supervisore
Ieri il Consiglio di Bacino-Ato Veronese ha annunciato che per il nuovo collettore entro fine giugno dovrebbe esserci l‘approvazione definitiva.Ma al progetto si oppone Legambiente.
Il lockdown ha tenuto «fermo» per tre mesi l’iter di approvazione del progetto definitivo del nuovo collettore per il lago di Garda e ieri i «lavori» sono ripresi in videoconferenza con il ministero dell’Ambiente, che ora vuole chiarezza, con relazioni scritte, degli impatti ambientali sul territorio lombardo.
Ma la sponda veronese non si ferma e vuole tirare dritto nel cronoprogramma delineato, già slittato di un anno. Dal Consiglio di Bacino-Ato Veronese, il direttore Luciano Franchini, titolare dell’ok istituzionale al progetto, annuncia che «entro fine giugno dovrebbe esserci la nostra approvazione definitiva, poi, entro l’estate la pubblicazione del bando per l’assegnazione dell’appalto del primo lotto ed entro fine anno l’inizio lavori che speriamo possano concludersi entro la pasqua del prossimo anno».
Il primo lotto è stato identificato lungo le spiagge dell’area che va da località Bagatta di Lazise, (dove si trova il campeggio «Piani di Clodia»), fino a località Ronchi a Castelnuovo del Garda, (ai piedi di Gardaland), per una lunghezza di circa 6 chilometri di riva e una spesa di 7 milioni.Questa, dunque, la tabella di marcia degli enti preposti
alla costruzione delle nuove condotte per la raccolta fognaria della costa veneta, che dovrà fare i conti, però, con gli step della sponda bresciana, indietro di molto tempo rispetto alla veronese.
Nella costa lombarda, infatti, associazioni ambientaliste e sindaci del territorio stanno combattendo contro l’approvazione del Consorzio di Bacino Acque Bresciane alla collocazione dei depuratori
a Gavardo (nuovo) e di Montichiari (potenziamento).
Hanno anche scritto al ministero dell’Ambiente per chiedere la sospensione della conferenza servizi per l’approvazione del progetto definitivo del collettore della sponda veronese. Sospensiva che ora chiede anche Legambiente Verona, sebbene in un primo momento avesse dato consenso al progetto preliminare redatto da Technital. «Perché il primo progetto, sul quale è stato stabilito lo stanziamento governativo di 100 milioni – hanno ribadito ieri mattina gli esponenti dell’associazione, anch’essi in teleconferenza stampa – prevedeva la posa del nuovo collettore lungo la strada Gardesana. Ora hanno completamente stravolto il progetto, prevedendo la posa del tubo esattamente dove era stato messo 40 anni fa, senza tenere conto del grave disastro ambientale che ha prodotto e che quindi potrebbe ripetersi, anche a fronte dei forti cambiamenti climatici che causano lagheggiate tali da poter compromettere la tenuta del nuovo tubo. È una follia ripetere gli stessi errori senza alcuna visione per il futuro».
Legambiente Verona chiede pure venga espletata una Via, la Valutazione di Impatto Ambientale ed hanno spedito le osservazioni al progetto al ministero. Ora chiedono un incontro personale con il ministro all’Ambiente Sergio Costa, perché si assuma il ruolo di supervisore e coordinatore della cabina di regia del progetto per il nuovo impianto.
Via libera Entro l’estate ci sarà il bando per l’appalto del primo lotto