Valpolicella, ora si produrrà di meno
La scelta del consorzio: «Più qualità che quantità, tenere sul fronte del prezzo medio»
L’antidoto è ridurre la quantità per preservare qualità e valore sul mercato. La strada era già stata del resto tracciata lo scorso anno ma ora il Consorzio tutela vini della Valpolicella ha deciso di ridurre le rese della prossima vendemmia da 120 a 100 quintali per ettaro con una cernita dell’uva destinata all’appassimento di Amarone e Recioto pari al 45%. A ciò si aggiunge la conferma del blocco degli impianti nella denominazione per altri due anni.
VERONA L’antidoto è ridurre la quantità per preservare qualità e valore sul mercato. La strada era già stata del resto tracciata lo scorso anno allorché per la vendemmia 2019 le rese per ettaro furono abbassate da 120 quintali a 110 e la riduzione della cernita per la messa a riposo delle uve per la produzione di Amarone e Recioto fu portata al 40%.
Sempre lo scorso anno il Consorzio di tutela vini Valpolicella aveva richiesto e ottenuto dalla Regione Veneto il blocco totale per tre anni di nuovi impianti per i vigneti della Doc Valpolicella. L’emergenza Covid non ha fatto altro che rimarcare e amplificare quella stessa tendenza. Di qui la decisione del Cda e assemblea dei soci del Consorzio di ridurre le rese della prossima vendemmia da 120 a 100 quintali per ettaro con una cernita dell’uva destinata all’appassimento di Amarone e Recioto pari al 45%. A ciò si aggiunge la conferma del blocco totale e senza deroghe degli impianti nella denominazione per altri due anni. Misure draconiane, ma necessarie come ha spiegato il presidente Andrea Sartori: «La congiuntura ci ha obbligati a considerare proiezioni legate agli aspetti produttivi, all’assorbimento del mercato e alla tenuta del prezzo medio per giungere a un punto di equilibrio approvato dai soci. È una responsabilità importante e largamente condivisa dai nostri associati anche perché il contesto delle misure pensate dalle istituzioni (distillazione e vendemmia verde) non aiutano le produzioni di qualità come la nostra. In questo scenario - ha concluso - è più che mai importante tenere sul fronte del prezzo medio, per questo facciamo appello anche alla Commissione prezzi della Camera di Commercio di Verona che tuteli l’alto valore dei prodotti della denominazione, per evitare speculazioni al ribasso». Per il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello «Oggi più che mai serve lavorare più sulla qualità che sulle quantità, sui valori più che sui volumi: lo dicono i dati export di aprile, quando dopo un avvio di 2020 molto promettente il lockdown ha ridotto drasticamente le importazioni di vino italiano sul mercato interno e nelle nostre principali piazze di sbocco».
Il Consorzio punta anche dritto sulla sostenibilità ambientale: alzata al 50% la quota di cernita dell’uva destinata all’appassimento per Amarone per i vigneti certificati biologici o RRR (riduci, risparmia, rispetta). Complessivamente su un’area di circa 8.300 è ormai di circa 1/4 la superficie di vigneto sostenibile tra biologico e certificazione RRR.